Fino a qualche anno fa la notte del 5 gennaio la trascorrevo in un letto matrimoniale stretta alle mie due sorelline. La sera preparavo una tazza di latte tiepido con il miele e un piattino pieno di biscottini e quando m'infilavo sotto le lenzuola avevo una gran paura. Sentivo rumori la causa dei quali era "Mignolino" l'aiutante della vecchina con la scopa...solo dopo parecchio tempo ho scoperto che questo personaggio era frutto della fantasia dei miei genitori e non della tradizione. Avevo così paura che dormivo a mala pena e mi svegliavo prestissimo con una curiosità irrefrenabile di andare a vedere che cosa mi ero guadagnata per la mia buona condotta. La mattina correvo in soggiorno con le mie sorelle, trovavo la tazza del latte vuota e i biscotti sbriciolati...e lì, tra una montagna di regali, un pezzo di carta scritta da una mano poco ferma e firmata da La Befana in persona. Il tempo cambia ma la mia calza è anche oggi appesa al camino e adesso che sono grande il problema è che non mi andrebbe di trovarci dentro una liquirizia o un pezzo di carbone dolce. Se proprio dovessi mostrare lo stesso stupore di quando avevo sei anni, dovrei tirare fuori: un contratto a tempo indeterminato in un giornale o in una rete televisiva; un amore unico, tutto per me; un viaggio intorno al mondo, di quelli che ti fanno crescere dentro. Dovrei vedere la Befana in persona che sorseggia la sua tazza di latte tiepida e sbattere la faccia su qualche sorpresa impensabile. Più passa il tempo, più aumentano le aspettative ed è per questo che non scrivo più lettere alla Befana, la metterei in imbarazzo. Non è educato mettere in imbarazzo una signora vecchia che vola su una scopa magica tutta la notte, credo. Se la vedessi le chiederei la ricetta per la felicità...perché c'è sempre qualche ingrediente che mi manca. Ora vado a dormire perchè altrimenti non arriva...con le calze tutte rotte, con la sciarpa alla romana...viva viva la Befana!
Nessun commento:
Posta un commento