Una serata da sola dopo tanto tempo. Da sola a casa mia intendo e non in trasferta per lavoro a Milano dentro una stanza d'albergo. Così me ne sto nel centro del divano con il mio pc sulle gambe e in sottofondo una Europa League che non m'appartiene direttamente ma m'appartiene per principio perché stasera gioca la Lazie. La mia cena di carboidrati è stata ottima e ho avuto anche il tempo di annaffiare le piante, mettere su una lavatrice (siamo arrivati alla fase finale e visto che la mia lavatrice ha un'età temo che i vicini del piano di sotto mi uccideranno se non terminerà di centrifugare in pochi minuti!) e tentare di passarmi lo smalto di nuovo con calma senza rovinare tutto, come al solito, in dieci minuti. Mi sento soddisfatta ho ottimizzato il mio tempo. Ho chiamato una mia cara amica che aveva bisogno di me (e io un po' di lei) e mentre annaffiavo i miei gerani fucsia mi tornava in mente una recensione di un libro scritta da Miriam Mafai su la Repubblica di oggi. L'argomento trattato era un libro che raccontava le storie di alcune donne. La Mafai analizzava la donna dal punto di vista sociologico e affrontava la tematica del corpo, tanto cara al mio capo Gad. Diceva di come la rivoluzione femminile abbia infranto dei tabù e, nello stesso tempo, dei cocci che da questi frantumi andiamo ancora in giro a raccogliere. Uno di questo deve essere il rapporto con gli uomini. Noi ci facciamo vedere tanto indipendenti e loro credono che lo siamo davvero. Così penso a un articolo come lo scriverebbe Carrie Bradoshaw e alle miei amiche sparse per la mia City...la Eternal City e me le vedo tutte lì: (invento i nomi per la privacy) Federica che accudisce un fidanzato appena operato. Lui si lamenta e lei lo consola o almeno ci prova. Giulia che culla il suo bambino che non ha voglia di dormire e lei che deve anche lavorare, pulire la casa e soddisfare suo marito ha il sonno arretrato, due sorelle latitanti e un briciolo di rabbia per quella che non è più. Mi vedo io che annaffio i gerani stanca da far schifo perché non dormo e lavoro troppo, di un troppo che non mi fa mettere un euro da parte e di uno stanco che anche le più piccole discussioni mi sembrano una perdita di tempo. Vedo Alice, con sua figlia, senza un marito alla ricerca di un compagno che dopo una certa età diventa un terno al lotto...e lo so, tutte loro, nel profondo del cuore cosa pensano. Pensano: "ma chi me l'ha fatto fare?" e so anche che ognuna avrà dentro la sua risposta esatta: "Lui c'è sempre quando io ho bisogno"; "avere un figlio è la più bella delle mie azioni su questa terra"; "Amo il mio lavoro e il mio uomo, se devo discutere è per migliorarmi" e infine " Mio marito lo rilascerei altre 100 volte anche se la solitudine è difficile da gestire". Tutte loro sono legate da un filo unico, in una città dove basta alzare gli occhi per vedere una Cupola, quindi tanti piccoli cieli, una sorta di miracolo in ogni angolo. Tutte loro sono unite dall'amore...e anche se a volte è dura e incomprensibile, sono certa che tutte loro sopravviveranno perché è l'amore a guidarle. La parentesi romantica è terminata...ho ricevuto una visita che mi emoziona ogni volta perché non mi abituo mai alla presenza dell'uomo che amo. Adesso me ne vado a letto con la gioia della Lazie che ha perso e "la sofferenza" che qualcuno ti augura sempre...le parole tagliano come coltelli ma i sentimenti guariscono anche i tagli più profondi. Notte alle mie Tacchine...:-) mi piace Tacchine! :-) e domani per fortuna è venerdì... :-)
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