Quel guru di mio padre l’aveva detto: “La nuova Roma è come un bambino che deve imparare a leggere. All’inizio pronuncerà una lettera alla volta, poi le sillabe e infine, acquisito il meccanismo, le parole scivoleranno fluide e leggere e allora si che sarà divertente”. La Roma di sabato è stata la più forte e convincente di quelle viste in campionato. Ha cancellato la noia delle partite precedenti e ha ostentato una sicurezza che l’ha trasformata in una lupa dominatrice. Si, perché se il calcio è maschio, la Roma è femmina ( infatti ha tanti tacchetti!) e le piace essere amata, applaudita e lodata. Da brava femmina provocante ha fatto si che La Banda del Tifo non resistesse al suo richiamo. Così Christian si è presentato con la faccia stravolta dal sonno (o ha anticipato il suo impegno oppure era una donna per la quale non ne valeva la pena…). Marco è arrivato allo stadio sorridendo. “Beh, che hai divorziato?” domanda Sandro mentre lui risponde un “No, le ho promesso che esco dieci minuti prima” con la faccia di chi sottintende che a casa comanda lui. E io dentro di me accenno un sorrisetto di consenso come a dirmi “non esistono donne che riescono nell’impresa di non far andare i loro uomini allo stadio, quindi…non sono solo io l’incapace”. Poi ci sono Sandro e il piccolo Matteo che si dice convinto che la Roma vincerà perché nonno Peppe gli ha dato i soldi e quando nonno gli da i soldi tutto gira nel verso giusto. C’è Antonella, con le sue belle gambe abbronzate, e c’è anche Fabietto, che passata l’influenza ha scampato la seconda assenza a causa del parto programmato della consorte: “Ho detto al medico che sabato non si poteva fare, perché avevo già un impegno, fissiamolo per lunedì” , della serie al cuore non si comanda. La signora Alma smozzica un panino “ne vuoi un pezzetto?” e me lo porge ma sono troppo agitata per mangiare e poi, prima della partita, non mangio mai. Tu chiamale se vuoi, capire tu non puoi…scaramanzie… Come quella di cambiare strada lungo il tragitto, dopo i tornelli, che conduce al nostro settore. Di solito passo al centro, questa volta ho virato dalla parte destra della colonna, così per tentare. E sarà stato merito di quell giro nuovo ma fatto sta che la Roma gioca un primo tempo da far strabuzzare gli occhi. “Non voglio crederci, me sembra un miracolo non voglio parlare” Diego fissa il campo inebedito. I minuti vanno e i ragazzi corrono. L’Atalanta, la migliore squadra del campionato, non sembra opporre alcuna resistenza e intorno al 20’ eccolo il gol che tutti aspettavamo. Nel segno della B come Bojan ma anche come Bueno, come Bello…B come Bravo, Bravissimo e come Baci, quelli che la Curva indirizza al piccolo fenomeno che si è sbloccato. Mirko controlla se Peluso, il suo amico d’infanzia che veste la maglia avversaria, si sta scaldando per entrare in campo. Non c’è tempo per distrarsi perché un proiettile, partito dalla mitraglia di un Osvaldo (che così arriva a quota 3, alla faccia di chi lo chiama tronista sbeffeggiandolo) mi trafigge. Salgo sul seggiolino e urlo con tutta me stessa un “Siii e un DAjeee!” tanto liberatori, per dirla alla maniera delFunari guzzantiano. Il primo tempo finisce così, alla rincorsa di un caffè , in uno stadio che sta per illuminarsi e non solo di luci. Poi mi viene in mente l’Ovomaltina…ve la ricordate quella bevanda a base di uovo, orzo e cacao??? Mi viene in mentre perché per me Osvaldo è come lei: energico. Sarà per l’iniziale con la O…però da oggi in poi sarà il mio Ovomaltino! Il secondo tempo inizia subito con una distrazione e un gol. Denis insacca e se ti auguravi di startene tranquillo e vincere a spasso, beh era evidente che sbagliavi almeno fino a cinque minuti dalla fine (poco più o poco meno) quando quel cicciobello al centro campo ( che vi giuro è uguale al mio cicciobello nero di quando ero bambina) ti lancia un pallone in rete che vuol dire Vittoria. Lui che ci ha già regalato emozioni e gioie…il nostro Arnold, gigante! Il Capitano chiede il cambio si è fatto male e mi si stringe il cuore tra due settimane sarà Derby. Allora non mi resta che alzare gli occhi al cielo e aprire le mani “Sempre sia (di) Benedetto…” ripeto sperando nel miracolo.
Post Scriptum da Femmina: “Da quando c’è Tacco12 la Roma ha preso 7 punti” qualcuno mi ha scritto in un sms a fine partita. E poi si dice che chi dice donna, dice danno!
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