Vedere la Tour EIffel illuminata come un albero di Natale, solleva l'animo dalle preoccupazioni. Ti fa sentire parte di una commedia rosa, una di quelle che funziona bene se hai al tuo fianco delle amiche alla SexAndTheCity e si dà il caso che io le avevo.
Tutto era stato organizzato per tempo. L'occasione era l'addio al nubilato della nostra AngieSuperStar!
Mary non aveva perso tempo: "Shopping di saldi a Paris e mia sorella sarà la futura sposa più felice della terra".
All'inizio la proposta ci aveva spiazzato, di questi tempi sarebbe stato uno sforzo economico notevole. L'unica soluzione era quella di battere il lusso sul tempo.
"Se prenotiamo subito risparmieremo abbastanza". Mary aveva ragione.
Così dotate di entusiasmo e affetto abbiamo detto Si! Un SI in nome dell'amicizia che arrivava prima del SI della sposa, il SI per eccellenza.
Venerdì tutte sul volo per Paris. Un viaggio che arriva a fagiolo nelle nostre vite. Trolley e Ugg ai piedi ci siamo incamminate verso la Città del Romanticismo; chi con la voglia di staccare la spina da lo stress lavorativo; chi dallo stress familiare e chi dallo stress del cuore.
Eravamo munite di buoni propositi e anche se le tasche erano piene per lo stretto indispensabile, noi avevamo l'aria da gran signore (perchè si è signore dentro prima che fuori).
La mappa della Città era ben scannerizzata. Le zone da setacciare a tappeto erano nell'ordine: St.Germain, St.Michelle nella giornata di venerdì con annesso aperitivo-cena al Cafè de Flaur per la giornata di venerdì. Sabato sarebbe stato il giorno dedicato al Marè e alla Gallery Lafayette e Domenica mattina il nostro cuore era tutto per le Sacre Coeur e la zona di Montmartre.
In questo programma fitto erano previste piacevoli incursioni da parte delle amiche di passaggio a Paris. Venerdì è stato il turno di Letizia, la cui risata era davvero utile per aumentare il nostro entusiasmo, e di Sebastiano, vecchia conoscenza di Angie&Mary. Sabato quello di Ilenia, la ma petit soeur, e di Veronica, un'amica di Barbie, con cui ho diviso un meraviglioso foie gras al Polidor. L'enterrement de vie de jeune fille ossia l'addio al nubilato, è stato da subito segnato dalla frase tormentone, che rimarrà finchè morte non ci separi, il tormentone della nostra vacanza parigina: "I want to be free".
Lo slogan è stato lanciato niente po po di meno che da un signore chiamato Lapo Elkann, insomma uno che produce slogan a rotta di collo.
Il rampollo di casa Agnelli infatti è stata una costante del nostro Week end Parigino. Vestito nel suo stile "colorato", con il polsino in vista con il ricercato ricamo che recitava un Lapo (tanto qualcuno avesse il dubbio sulla sua identità) il biondo miliardario girava Paris in Maserati.
La nostra prima sera ha fatto incursione al Cafè de Flaur dove ha amabilmente intrattenuto una coppia con le sue chiacchiere da "uomo che si è fatto da solo".
Angie era fuori di sé, contenta come una bimbetta alla vista di un suo idolo (o come me a quella di Totti). La nostra futura sposina infatti adora il gossip, la moda e tutto quello che è glamour. C'è qualcosa di più gossipato e glamour di Lapo?
L'abbiamo resa felice. Meno felici ci ha rese lei quando, il giorno successivo, all'ingresso dell'Eliseo ha visto sfilare la Maserati e ha urlato un : "Lapo" che ci è valso un saluto con una mano dal finestrino. No comment.
Devo dire che fare shopping è faticoso, molto faticoso. Avete idea cosa significhi
concentrare la propria attenzione per 8 ore consecutive su ciò che è necessario (il vestito per il matrimonio) e ciò che è superfluo (tutto il resto)??? Avete idea che cosa significhi avere i soldi contati e dover pagare un cheesburger 38 euro???
Mon chery, c'est Paris! E soprattutto è vacanza shopping: lo avevamo messo in conto.
Il bello è stato sedersi a tavola sorseggiando dell'ottimo vino rosso e degustando formaggi favolosi. Unica pecca essere delle sessantenni nel corpo da trentenni.
Venerdì sera era in programma il BUDDHA BAR.
"Il Buddha che? Buddhate al Mar per dirla alla frances!" SuperAngie non si regge in piedi "Perdonatemi sono una sposa vecchia!"
Ma quale vecchia??? è una sposa saggia che si circonda di amiche esattamente come lei: intolleranti alle discoteche.
Mary desiste quasi subito dai suoi buoni propositi e la giornata termina con una interminabile passeggiata notturna.
"E' illuminata! E' illuminata" urla Mary quando superata la piazza del museo del Louvre scorge il simbolo di Paris: La Tour Eiffel.
Corro per paura di perdermi lo spettacolo. Sembra un diamante.
"Brilla per cinque minuti ogni ora a partire dalle dieci di sera, fino alle due di notte" ci spiega la nostra amica.
E' meravigliosa Paris. Capisco che la definiscono la città dell'amore perchè è come l'amour...bello, intenso ma nello stesso momento dolcemente maliconico. Paris è quella sensazione di paura che ci portiamo dentro, convinti che un'amore sarà per sempre fino a quando non finirà.
Il clima è meno rigido di quanto ci aspettavamo. Il sabato le nostre tre di notte le abbiamo fatte...ma nella camera d'albergo. Come adolescenti che parlano di temi d'adulti: matrimonio, maternità, cuori spezzati. Se un'istantanea avesse immortalato quella serata da pigiama party, scommetto che ci si sarebbe potute confondere con delle ragazzine in gita scolastica. Chi raggomitolata sul letto, chi attenta, chi addormentata. Tutte pronte a darci consigli. Tutte felici di essere lì in quel preciso istante. L'argomento principale erano gli uomini: "Mantieni la calma sono tutti così distratti è nel loro dna!" oppure "Non ti merita, lascialo stare" o ancora "Tutto si sistemerà" ma a differenza delle sedicenni il secondo argomento era quello della Maternità.
Lisa lontana da Lavinia non aveva il cuore leggero: "Domani sono proprio felice di riabbracciarla" mentre noi c'interrogavamo su quanto tempo abbiamo per diventare mamme e io mi vantavo del meraviglioso regalo scovato per il mio nipotino.
La domenica mattina Montmartre ci ha spalancato le sue porte e ci ha regalato il sole. Le Sacre Coeur ci aspettava lassù e Paris, lei giaceva ai suoi piedi coperta da una trapunta di nuvole. E' stato domenica che abbiamo degnamente onorato l'enterrement de vie de jeune fille come il week end di shopping che ci eravamo prefissate.
Alle ore 14.30 dovevamo essere all'aeroporto. In tempo sulla tabella di marcia eravamo alla ricerca di una creperie per un pranzo veloce quando...camminando per le viette ci cade l'occhio su un negozio (aperto!) Les Petit. Il mio sguardo cade pigro sul listino prezzi. Non mi faccio ingannare, tiro dritto, mentre le altre accennano a un distratto: "Diamo un'occhiata".
Procedo di qualche metro ed entro da Maje, un negozietto d'abbigliamento niente male.
Mentre curiosavo negli stands sento un urlo sovraumano provenire dalla strada:
"Chiaraaa!"
Temevo di aver perso di vista il tempo e sono scivolata in strada per essere trascinata con un braccio nel negazio che avevo evitato.
Una spinta dietro la schiena e mi ritrovo davanti ad Angela con una gruccia in mano, dalla quale pende un vestito di seta blu elettrico:
"Questo è tuo. Devi provarlo".
Non ho avuto cuore di oppormi. Non ho nemmeno guardato la taglia, ho annuito e come ipnotizzata da un serpente mi sono diretta nel camerino prove.
Perfetto. Un po' scollato ma perfetto. Il costo giusto con il 30% di sconto mi sono accaparrata un vestito di marca francese, très chic e del mio colore preferito.
A quel punto inizia la corsa all'Aeroporto.
"Passaporti, carte d'imbarco e bagagli! Uno solo perchè non si possono portare pendenti!" il maresciallo Angie ordina alla ciurma. La mia mano balza immediatamente al collo. Il mio cervello è spento e sono stupita: "I pendenti??? volete dire che devo togliermi la collanina???" Vi lascio immaginare la fragorosa risata. Il dramma è che io ero convinta di quello che stavo dicendo!
So che ha dell'incredibile ma siamo un gruppo di atlete. Le nostre maratone di shopping sono state tutte concluse in tempi record. E così anche l'aeroporto è stato raggiunto con largo anticipo. Lisa ha freddo. Barbie non sente più le gambe. Mary si consola con un'insalatina mentre io e Angie mangiamo una quiche e un panino.
Devo compiere la mia ultima missione: trovare una busta del duty free per mettere dentro i maglioni. La mia bella valigia non è come quelle di una volta (per esempio la mia famigerata valigia bordeux della Q8 ribattezzata Bombetta per la sua capacità di sformarsi :-) ) e così..
Nulla mi serviva e nulla mi piaceva. Con questa premessa vi lascio intendere la difficoltà del caso. Ho però avuto un colpo di fulmine: un portachiavi con la Tour, occhiali rossi, tacco12, carta di credito e una scritta SHOP TIL YOU DROP...(comprare fino allo sfinimento). Era mio! Quando vado alla cassa la commessa mi sorride e adagia il mio portachiavi in una bustina di carta. BUSTINA DI CARTA!!! NOoooooooooooo avevo bisogno di una plastic bag per il mio maglione, rischiavo una sovrattassa di 50 euro. E' stato questo pensiero che mi ha fatto allungare la mano sulle buste che erano sul bancone e a gesti ho lasciato intendere che ne avevo bisogno, disperatamente.
La commessa non ha battuto ciglio, devo averle fatto pietà e io sono tornata trionfante a casa.
L'aereo ha viaggiato veloce. Eravamo a Roma con 20 minuti di anticipo sulla tabella di marcia.
Un weekend stupendo. Stupendo per Paris, per lo shopping e soprattutto perchè c'eravate voi ragazze...grazie!