Quando ti ho vista arrivare, bella così, come sei...non mi sembrava possibile che...
Angie ce l'aveva fatta! Assediata dai flash dei fotografi e degli amici proprio come una star, mi sono commossa: era bellissima.
Le storie non si raccontano mai dalla "fine" o dal "lieto fine", però questa merita d'iniziare così.
Dopo l'addio al nubilato di Paris, la nostra Angie, ce l'ha fatta! Oggi è una signora con tanto di fede al dito e cuore colmo di gioia e amore.
Tuttavia la neve a Roma e il colpo di stato alle Maldive (meta della luna di Miele di Angie) hanno movimento l'ultima settimana di preparativi.
Sposarsi a febbraio nella EternalCity è già una scelta di per sè stessa coraggiosa ma nessuno poteva immaginare che nevicasse, nemmeno la Marescialla Angie che, fonti segrete dell' Fbi, mi hanno detto essere incappata più volte in qualche lacrimuccia.
Leggende metropolitane, Angie SuperStar non teme nessuno. Già me la vedo con la faccia in posa mussoliniana rivolgersi all'indirizzo della neve con un:
"Non ti temo! Neve m'hai provocato e io me te magno"
L'idea che a una catanese parli romanaccio può sembrare assurda, ma non lo è nella mia testa, dato che da oggi Angie è la signora Amoretti, quindi per metà parla come noi.
Torniamo alla sposa che mostrava alcuni segni d'isteria evidenti. Vi assicuro che gli invitati non erano da meno. Soprattutto le invitate...ergo le amiche della sposa.
Le suddette, essendo molto intelligenti, hanno evitato di dire alla bride dei loro attacchi di ansia. Il fatto lo ritengo normale perché, io che sono bionda, non conosco l'ansia...mi limito a non pensare.
La mia totale mancanza di cervello ha fatto si che nulla dei miei piani legati all'abbigliamento, venisse stravolto. Così, ho chiamato Angie la sera prima del grande evento per darle conforto:
"Ehi sposina come va?"
Non avevo nemmeno finito di formulare la domanda che la furia della Marescialla mi ha sbattutto a terra:
"Solo telefonate di conforto!!! non accetto altre lamentele!"
Dopo aver riavvicinato la cornetta, opportunamente allontanata per evitare un perforamento del timpano (che si, sarebbe stata una tragedia!) rispondo sorridendo:
"Quali lamentele? ti dico solo che non mi sono comprata le calze. Indosserò i sandali gioiello come da programma".
Non so se mi ha creduto, ma devo averla risollevata, perchè per un attimo ho avvertito il ritorno della mia sweet Angie, quella delle fragole con la panna nelle sere di giugno.
Attacco la cornetta touch dell'Iphone e volgo lo sguardo fuori dalla finestra: ...DISASTROOOO!!!
Una tormenta di neve si stava abbattendo sulla città.
Problema numero uno: come rientro a casa? Sono a piedi con gli UGG che sono caldi ma se s'impregnano d'acqua le mie unghie appena fatte si dovranno munite di pinne.
Problema numero due: come raggiungere per tempo la Chiesa il giorno successivo, dato che si trova esattamente dall'altra parte di Roma rispetto a casa mia?
Questi interrogativi avevano tempo per essere risolti, cosa che non potevo concedere al dubbio d'inizio settimana. Munita della mia usuale nonchalance avevo chiamato Super Angie per la fatidica domanda:
"Dovrò leggere il Salmo Responsoriale oppure scrivere una delle preghiere dei fedeli?"
Dall'altra parte della cornetta ho sentito un battito accelerato del cuore e un principio di ictus seguito da un filo di voce:
"Chiara, a meno sei giorni dal matrimonio ancora non hai capito cosa devi fare?"
Ho cercato con tutto il mio Blondie Power di ricordare se avessi ricevuto indicazioni a tal proposito... ..ma niente...ero rimasta che Barbie doveva decidere di leggere o meno il salmo ma nessuno mi aveva comunicato la sua decisione.
Qualora lei avesse deciso di non leggere il Salmo sarei subentrata io, altrimenti, mi sarebbe toccata la preghiera dei fedeli.
Non ho fatto in tempo a riferirle tutto il mio ragionamento che la Marescialla mi ha ordinato:
"Scrivitelo! il Salmo responsoriale è obbligatorio che lo legga tu...la preghiera dei fedeli solo se vuoi ma dato che Eddi ha già tre amici che leggono le preghiere e io solo due...." tradotto significava: scrivi anche la preghiera.
Ho annuito e le ho chiesto di farmi avere il testo non appena avesse potuto.
La mattina del sabato uno strano senso di angoscia stava prendendosi possesso del mio corpo. Mi sveglio e guardo fuori dalla finestra. Tetti bianchi, terrazze bianche e, soprattutto, la discesa di casa mia tutta bianca.
Chiudo la tenda, bianca anche lei, e fingo non curanza. Nel guardaroba è appeso il mio abito blu elettrico di seta. Posso abbinare accessori argento oppure oro. Per la messa avrò degli stivaletti di renna blu elettrici come l'abito. Poi dovrò andare a comprare un paio di calze per la Chiesa e scegliere se è più adatto il cappotto bianco o celeste. Ufff...questi matrimoni sono un lavoro neanche fossero matrimoni miei!
Dopo aver saccheggiato i gioielli della mamma, divoro un panino e inizio le prove. Sul più bello la neve inizia a fioccare di nuovo.
La scelta è obbligata, per raggiungere il taxi, sarà quella dì indossare le Hunter.
Scelta poco chic ma l'importante è arrivare perfette alla meta. L'alter ego di Angie é Barbie e se non posso angosciare la bride, almeno angoscerò lei!
Dopo essermi assicurata con Mary che l'orario della cerimonia era alle 18, telefono a Barbie:
"Barbie, vorrei prendere il taxi per le 16 così sono tranquilla di arrivare"
Barbie asseconda la mia scelta e aggiunge:
"Al limite passa a casa mia se arrivi presto e poi andremo insieme".
Detto fatto. Non potevo correre il rischio di arrivare tardi. Questo avrebbe significato un infarto alla Marescialla con conseguente fine di una solida amicizia. Preparo la Borsa del Matrimonio...trucchi, due paia di scarpe, sciarpa elegante, giacchetto di lana, macchinetta fotografica, carica batterie, borsetta elegante.
Chiamo il taxi che: "arriva in 4 minuti" dice la vocina. Com'è possibile??? Venerdì sono stata 40 minuti al telefono e oggi arriva in 4 minuti? Arriverò due ore prima.
Lungo la strada cumuletti di neve, sapientemente depositati da quei due spazza neve che circolano per Roma. Arrivo da Barbara che quando apre la porta e mi vede in Hunter scoppia a ridere!
"Se Angie si sposa con la neve bisogna pure attrezzarsi" cerco di giustificare così la mia mise decisamente poco elegante.
Dopo un'ora siamo davanti alla salita del Mausoleo di Santa Costanza.
Ora vi lascio immaginare la scena. Davanti a me la testimone Ella. Meravigliosa. Avvolta nella sua pelliccia su un Tacco12 che mi ha reso orgogliosa, soprattutto quando l'ho ammirata scalare l'ingresso appoggiata al marito, picconando il ghiaccio con i tacchi come una vera scalatrice. Barbara ha preso il piccolo Giorgio come suo salvatore e io??? Io oltre a non avere un piccolo Giorgio e un marito che s'immolavano, dovevo fare da bastone alla zia di Angie che a sua volta teneva per mano il piccolo pagetto. La voce dell'innocenza a un certo punto dice alla nonna, che temeva di scivolare:
"E che sarà mai un po' di neve". Detto da un bimbo che vive ad Aosta è una perla di saggezza. L'equilibrista Chiara ha però vinto la sfida. E' arrivata sana e salva in cima, insieme alla zia e al pagetto.
All'ingresso un emozionato Edo aspettava di andare incontro al suo destino.
Alla spicciolata arrivano tutte le mie Girls: Mary, Lisa, Luisa ed Anto.
Mary nel suo cappotto blu, completamente calata nel ruolo di coordinatrice. Già con le lacrime agli occhi ma senza il tempo di potersi commuovere.
Lisa in pantaloni, scelta da vera fashion girl, con il suo maritino esperto di arte (e di storia, di libri, di chimica, di scienza, di giardinaggio, ecc...Grande Fabrizio!)
Luisa con il suo sorriso, nonostante le delusioni del lavoro e della vita. Del resto, al suo fianco c'è Emanuele e questo basta e avanza. Sono speciali.
Antonella è arrivata per prima, come la lettura che deve leggere: "Tu sei dopo di me con il salmo?" m'interroga. Le dico di si e presa da un momento di ansia mi accanisco sul libretto alla ricerca della lettura.
La chiesa si riempie ma sembra sempre vuota.
"Angela ha detto che è riscaldata" accenna Lisa battendo i denti. "Sarà! io sento freddo" le rispondo. Poi cala il silenzio e iniziano i flash.
La Chiesa non ha la navata ed è un peccato perchè non sono riuscita a godermi a pieno l'ingresso della mia Angie. Ero troppo lontana e già la commozione stava per per stringermi lo stomaco.
"Ora piango" confesso ad Antonella per poi aggiungere:
"E non mi sono portata nemmeno un fazzoletto!"
La intravedo da lontano. La mia Angie è meravigliosa. E' meglio di Carrie Bradshaw nel suo abito da sposa di Vivienne Westwood. E' radiosa. Riesce a nascondere le preoccupazioni e le paure. Sorride, ha l'aria di chi pensa: "Ce l'ho fatta!" Ed è quell'aria che mi commuove. Ho assistito a tanti matrimoni e non ho mai visto quell'espressione di fierezza e successo. Molte delle mie amiche desideravano il matrimonio come coronamento, come ornamento. Lei no. Lei voleva questa festa con tutta se' stessa e voleva fosse perfetta. Lei se l'era sudata quella giornata di gioia, dopo tutte le lacrime, le delusioni e gli uomini sbagliati. Ha accumulato più dolore lei di chiunque altra. Lei se lo meritava quel giorno ed è per questo che volevo piangere. Avrei voluto diventare una fontana, perchè le lacrime zampillassero in segno di festa. Il problema era che, se avessi pianto, se ne sarebbero accorti tutti visto che dovevo leggere. Quindi ho dovuto fare forza sulle mie narici per impedire che le maledette lacrime scendessero giù. Facevo talmente forza che ho temuto che mi si ritirassero tutte e che la mia faccia dall'esterno apparisse come quella di Michael Jackson (pace all'anima sua!) : due buchi impiantati nel bel mezzo della mia faccia! Orrore!
Due splendidi occhi neri uscivano dal bianco del velo, incorniciati dalle sopracciglia perfettamente simmetriche. I denti perlati rilucevano insieme alle candele adagiate a terra e miste ai tulipani bianchi, che rendevano la Basilica un piccolo tempio sacro.
Edoardo era tesissimo. Lui che scherza sempre, questa volta non scherzava affatto. Se l'è presa al suo fianco e non l'ha più lasciata. La messa inizia con tutti i buoni auspici poi il freddo e il prete hanno complicato le cose.
"La Chiesa è riscaldata" aveva avvisato la Marescialla che con le spalle coperte da un delizioso cachemire (firmato Antonella) batteva i denti e assumeva un colorito livido. Il prete continuava nella sua predica in italo-africano e io desideravo sempre più avere 5 anni e correre su e giù per il tempietto come i bimbi che mi giravano attorno.
Il momento della preghiera dei fedeli è poi stato fatale.
Mary, da brava organizzatrice emozionata più della sorella, mi si avvicina con il suo foglietto. Lisa è già davanti al microfono e prega "perchè gli sposi siano sempre uniti anche nelle avversità".
Arriva il turno degli amici di Edo e qui è iniziato lo show.
Lettere meravigliose e piene di spunti interessanti ma decisamente troppo lunghe per le preghiere dei fedeli. Più loro leggevano, più io non volevo esprimere il mio piccolo pensiero per gli sposi. Avevo gli occhi a forma di pesce palla. Guardavo Mary e per fortuna li aveva anche lei così:
"Chiara non ti preoccupare, anche la mia è una preghiera piccola" faceva per incoraggiarmi.
I say a little pray for you...ci sarebbe voluta Aretha ma c'ero io e quella canzone che avrebbe dato un tocco alla Alley McBeal al tutto non poteva esserci.
Così quando è arrivato il mio turno ho fatto appello al freddo per augurare agli sposi un amore candido e speciale come la Neve a Roma.
Angie mi sorride e io so che sarà così finchè morte non li separi. (Fine prima parte...)