Al teatro Ambra Garbatella è in scena uno spettacolo molto bello.
Bello per come è stato interpretato ma ancora più bello per come è stato scritto.
Ti ricordi di me? Racconta la storia di Beatrice, una maestra elementare che soffre di narcolessia (e non solo) e l'incontro con Roberto, un cleptomane, scrittore di fiabe un po' particolari.
Una storia ricca di colpi di scena, che provoca un sali e scendi di emozioni.
Una storia originale, che in alcune scene rimanda a Maledetto il giorno che ti ho incontrato, ma lo fa come fosse un omaggio, senza divenire manierismo.
Ambra è a sua agio sul palco. Sfoggia una dizione perfetta e un'interpretazione che le si addice (simile a Francesca il suo personaggio d'Immaturi): un po' isterica, sexy e determinata.
Edoardo non è più una sorpresa per chi lo conosce: un attore a tutto tondo. E' credibile e convincente nel ruolo di Roberto, un ragazzo che parla romano, con l'aria a metà tra il tonto e l'intelligente. La sua malattia è usata per mettere ancora di più in risalto la generosità del suo animo: ruba per donare improbabili regali a Beatrice (una maniglia, uno spremiagrumi e un ferro da stiro).
I protagonisti, affetti da patologie legate a traumi subiti durante l'infanzia, frequentano la stessa psicologa. Sarà sotto lo studio della dottoressa che avverrà il loro primo incontro.
La storia viaggia negli anni e per luoghi e in questo va fatto un plauso (oltre che allo sceneggiatore) allo scenografo che con sei sedie è riuscito ad animare una performance di un'ora e un quarto. Le sedie diventano un pc, uno zainetto, una macchina, la metro, le montagne russe, senza mai lasciare smarrito il pubblico, con una naturalezza disarmante.
Non ci sono pause, anzi il ritmo sale. E quando pensi che la commedia sia una brillante favola, ti rendi conto della bravura dello sceneggiatore. Infatti, con un Coupe de Theatre (è proprio il caso di dirlo). Bruno trasforma il finale della storia in una lunga pausa di riflessione.
Un racconto che colpisce al cuore, con le sue favole, l'amore, la voglia di farcela sempre.
Un'inizione di ottimismo e di caparbietà: perchè quando si trova l'amore vero, qualcuno per cui valga la pena ricominciare sempre, i problemi si risolvono tutti, anche quelli che sembrano insormontabili.
Un bel testo che scorre e ti trascina strappandoti risate e qualche lacrimuccia.
Complimenti sinceri a Edoardo, che stimo e ammiro da tempo, e ad Ambra, che non smette più di stupirci.
Complimenti a Massimiliano Bruno, un poeta.
In scena fino al 1 Aprile. Da non perdere.
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