E Zeman fu. Vedere la sua faccia segnata da un sorriso sornione alla domanda:
"Qual è la differenza tra lei e Luis Enrique?" Non ha prezzo. Soprattutto se la risposta è :
"Sono più predisposto verso la porta".
Immenso, Zeman, nei suoi silenzi e nelle sue risposte.
Ieri pomeriggio in quel di Trigoria il clima era davvero quello "da stadio".
Mi piacerebbe raccontarlo così: C'era una volta, tanti anni fa (quasi tredici), un signore, che di mestiere faceva l'allenatore di calcio. Era un tipo burbero all'apparenza, per via delle sue risposte a mezza bocca (anche perché l'altra mezza era sempre occupata da una sigaretta accesa) e per il suo accento duro da straniero dell'Est.
Lui amava il suo lavoro e credeva fermamente in una preparazione faticosa e nel gioco offensivo. Era un uomo coraggioso, che non temeva i poteri forti e combatteva per un calcio pulito. A causa della sua etica è stato penalizzato e sottoposto a continue angherie da parte del Palazzo ma lui non si è arreso. Anzi, più lo massacravano, più lui ci provava gusto.
"Non ho impegni, ho tutta la giornata libera" come direbbe Captain America a chi prendendolo a pugni e vedendolo rialzarsi gli domanda: "Ma tu non ti arrendi mai?"
In una Roma Americana pare che sia stato trovato un nuovo Captain Roma. Nessuno scudo a stelle e strisce ma un bel pallone da lanciare a chi non gli piace, dentro la porta. Così, come tutti gli eroi, costretto a lasciare la panchina della sua squadra aveva profetizzato un : "Ritornerò".
Un eroe mantiene le sue promesse. Dopo molti anni, con qualche ruga in più a segnare la faccia abbronzata, Captain Roma è tornato. In un pomeriggio di giugno con il sole a picco (alla faccia di chi scappa di notte). "E' tornato il Maestro" ho sentito dire a chi era lì, con la mano a coprire la luce dagli occhi, aguzzando la vista per osservare la sagoma del Boemo avanzare.
Applausi, sorrisi, urla di "Bentornato". Qualcuno giura di avergli sentito dire: "Avevo un appuntamento" proprio come l'eroe dei fumetti.
Ieri, mentre lui parlava, nella mia mente scorrevano le immagini dei quattro derby persi, di Roma - Inter 4-5,tutti traumi che pensavo superati.
"Grande Zeman" ha commentato il Guru "non si discute, il Maestro". La sua ammirazione mi ha improvvisamente catapultato a un Roma - Fiorentina con vittoria giallorossa nel tempo di recupero cancella i ricordi precedenti.
Una Time Machine mi ha trasportato al 17 ottobre 1998.
Ero in macchina con la mia famiglia, direzione Circeo.Il Guru aveva appena preso lo svincolo per il Raccordo quando lo speaker annuncia, dopo 4 minuti dal pareggio in extremis, il raddoppio e conseguente vittoria della Roma. A quel punto il Guru ha esultato togliendo le mani dal volante, con successivo sbandamento della macchina e urla di mia mamma: "Guarda se per colpa di questa maledetta Roma non ci andiamo ad ammazzare".
Era l'essenza della gioia del calcio. Quella che il Mister ha cercato di raccontare in una delle sue risposte ieri:
"Vorrei che la mia squadra diverti e dia alla gente delle emozioni, che possono essere di diverso tipo ma sono sempre emozioni".
Non ho visto la Roma di Zeman da abbonata ma ho rincorso bagarini e aspettato fuori lo stadio per entrare. Era una Roma che non si arrendeva mai, che faceva venire le palpitazioni agli occhi e al cuore. E' la Roma che vogliamo...
PostScriptumLazie: per chi, come me, ricordava solo i derby persi voglio dare una bella notizia.
Nella stagione 1998-1999 la Roma di Zeman ha acciuffato un 3-3 (Del Vecchio, Di Francesco e Totti) e portato a casa anche un bel 3-1 con doppietta di Del Vecchio e gol di Totti...così per ricordare bene la storia ai cugini che se la inventano sempre un po' ...e poi tranquilli, ieri la Roma Primavera ha deciso di sacrificare il primo derby dell'Era Zeman dal prossimo siamo a credito...parola di Tacco12.
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