Come voi tutte sapete il mio esilio prosegue e, al momento, il mio unico modo di viaggiare è quello di prendere tra le mani un libro. In realtà, in una settimana sono già arrivata a quota 4 e ne vado particolarmente orgogliosa. Dopo La Meraviglia delle Piccole Cose è il turno di un libro veramente illuminante. Sarà che, chi lo ha scritto, ha le stelle negli occhi. Sarà che non solo è illuminante ma è pregno di quel sapere che solo una donna, intelligente e vecchia può possedere.
NOVE VITE COME I GATTI - I miei primi novant'anni belli e laici di Margherita Hack casa editrice Rizzoli.
Forse alcuni di voi hanno avuto modo di leggere altri libri della Donna delle Stelle, per me è stata la prima volta e considerando che si trattava di una biografia, beh, è stata un'esperienza che consiglio a tutti di provare.
Margherita ci racconta quasi un secolo di vita in 129 paginette, passando dalla seconda guerra mondiale fino a giorni nostri. Lo fa con uno stile tipico delle brave maestre. Quelle che riescono a trasmetterti concetti complicati con parole semplici. Lo fa come una scienziata iniziando a definire noi essere umani tutti uguali perché siamo tutti frutto di una zuppa di particelle elementari.
La sua abilità narrativa è tale da trascinarti nei decenni con la forza di un vortice e la dolcezza di un racconto davanti al fuoco. Margherita è nata in un quartiere a nord di Firenze, Le Cure, all'angolo di Via delle Cento Stelle, tra via Volta e via Marconi. Strane le coincidenze della vita, eh?
E' una donna in anni in cui essere donna e intelligente non era semplicissimo (non lo è nemmeno ora, figuriamoci negli anni '40). Ha conosciuto le ingiustizie scolastiche, l'orrore delle leggi razziali e la paura di bocciature dovute a interessi per una politica che non era di moda e per il suo amore per la gazzetta sportiva per sapere com'era andata la partita della Fiorentina.
A pagina 43 inoltre ci regala una pagina di storia che non è stata mai scritta. Un'idea del fascismo propria solo di chi l'ha vissuto.
Margherita è vegetariana dalla nascita, per scelta dei genitori. E' atea. E' strana, ha anche un cognome strano ma questo non le impedisce di studiare all'Università e di scegliere seguendo la sua passione:
Io la penso esattamente come i miei genitori (...) loro (...) mi dettero piena libertà di scelta non solo perché ammettevano di non sapere nulla di università, ma soprattutto perché credevano fermamente nel mio cammino di responsabilizzazione. ecco perché ancora oggi, quando un ragazzo o una ragazza mi chiedono quale corso di studi conviene intraprendere, io do sempre la stessa risposta: "Fai una scelta responsabile, purché sia la tua scelta".
Una donna ormai vecchia eppure con delle idee così moderne da lasciare con la bocca aperta.
In realtà rimarrà con la bocca aperta non solo chi è fermo con il corpo e con la mente ma anche chi, come la sottoscritta, ha viaggiato e studiato. Margherita era veramente troppo progressista per i suoi tempi ed è questo che desta meraviglia, più delle sue scoperte e delle sue stelle.
Margherita ha viaggiato molto per studiare, ce lo racconta ma non servirebbe. Sarebbe sufficiente leggere i suoi pensieri per comprendere che è una mente viaggiatrice.
Racconta della festa ridicola con cui ha celebrato il giorno del suo matrimonio con il suo compagno di giochi di sempre: Aldo, un grande uomo che l'ha seguita ovunque. Aveva come vestito da sposa un cappotto bianco rovesciato.
Scrive della morte dei genitori, prima della madre e poi quella del padre che era pronto a raggiungerla a Triste il giorno successivo. Racconta le angherie sui posti di lavoro, la politica dei baroni universitari (tanto lontana e tanto vicina) e della sua consapevole scelta di non volere figli: da sempre mi attirano di più gli animali che i bambini, ma non penso sia una colpa.
La Marghe, come ne scrive nell'epilogo finale Federico Taddei, in realtà ci racconta come va la vita e ci dà il suo consiglio: la felicità è essere contenti di quello che si ha.
Insomma è un libro da leggere per darsi delle risposte e imparare a capire che la vita non è un'insieme di riti e convenzioni ma ha un'altra lettura, è un'insieme di punti di vista e siamo tutti figli di una zuppa di particelle elementari...parola di Tacco12.
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