"Aio! Aio!" Alma urlava come se i colpi ricevuti da Totti sulle caviglie fossero le sue.
Mi trapanava il cervello come un monito, come qualcosa che aleggiava nell'aria e stava per piombarti tra capo e collo. E così eccola la botta: Gilardino insacca il terzo gol ed è delirio Bologna. E pensare che era iniziata così bene. Una domenica settembrina splendente di sole. Uno stadio ricco come un corsetto ottocentesco. La tribuna Tevere al fischio d'inizio, sembrava un'unica, gigantesca bandiera giallorossa.
Mirko indossa la maglietta con la faccia di Zeman che fuma la sigaretta. Sandro commenta la vittoria della Lazio che ha giocato alle 12.30: "Tempo al Tempo" ripete, sperando nel profondo del suo cuore che il tempo gli dia ragione.
"Oggi segna Totti" profetizzo come sempre, e c'è da dire che ci sono andata vicino. Christian è al suo debutto all'Olimpico, come Florenzi sul campo. Entrambi s'illudono che sarà un esordio memorabile. Florenzi realizza il primo gol mentre Christian, durante la pausa caffè, commenta sgomento:
"Ho saltato la prima giornata ma questa Roma non la riconosco. Gioca, diverte, segna"
Basteranno 45 minuti per farlo sentire di nuovo a casa. Dagli scalini di cemento, dove mi sono seduta, per vedere meglio, non mi accorgo che Gilardino accorcia le distanze. Mentre scendo con gli occhi dallo schermo luminoso al campo mi accorgo che Diamanti pareggia. Incredibile. Assurdo.
"Non è possibile" esplode una tifosa seduta davanti a me.
Scuoto la testa come per svegliarmi. Pareggiare in due minuti fa l'effetto di una scazzottata alla Bud Spencer e Terence Hill. Mancano quindici minuti, si può fare. Tipico atteggiamento romanista, non perdersi mai d'animo soprattutto se il Mister in panchina è Zeman e devi farci l'abitudine a partite come quella che si sta manifestando in tutta la sua tragicità proprio sotto i tuoi occhi.
I minuti aumentano e il tempo diminuisce. Un pareggio quando a venti minuti dalla fine avevi la vittoria bella salda nelle tue mani è l'equivalente di una sconfitta. Non è vero.Voglio smentire una volta per tutte questa affermazione. Un pareggio e una sconfitta sono due risultati ben distinti e me ne sono accorta al 90' quando Gilardino ha deciso di sigillare la prima vittoria del Bologna con una sua doppietta.
Un tifoso torna a casa parlando ad alta voce: "Come mi avvelena la Roma non ci riesce nessuno".
Quanto lo capisco. Il tifo ci rende tutti uguali: uomini, donne, ricchi e poveri. Livella tutto.
Il Tifo è comunista non ammette distinzioni, davanti a lui siamo tutti uguali.
Il sole continua a splendere alto mentre diamo le spalle alla Curva Sud che ci saluta, per la seconda volta in questa stagione, senza nemmeno la consueta colonna sonora dei titoli di coda: Grazie Roma.
"Tempo al tempo" continua a ripetere Sandro. Il Guru al telefono difende Zeman ed è certo che: "Non si ripeterà più" e dato che i papà hanno sempre ragione, decido di credergli senza alcuna obiezione.
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