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31 ottobre 2012

I postumi della sconfitta


Domenica sera, mentre aspettavo Mirko che legava il motorino, ho visto scendere due signori con un cartone di Pizza Pala e dirigersi verso i secchioni della spazzatura. Avevano delle facce deluse ed erano senza dubbio facce da romanisti, proprio come le nostre. 
Ho immaginato la loro serata, organizzata nel dettaglio (pizza, birra e partita nelle posizioni dell'ultima vittoria) e finita, invece, nel peggiore dei modi con una sconfitta. 
Erano romanisti come noi perché i tifosi quando perdono e quando vincono si comportano tutti alla stessa maniera: cercano la condivisione della sofferenza o della gioia. 
Così dopo aver buttato il cartone mi hanno guardato, ferma e delusa com'ero con quella sciarpa al collo giallorossa. I loro occhi dicevano tante parole ma le hanno tenute tutte dentro, per stanchezza. 
Uscire dallo Stadio ancora una volta sconfitti è dannoso per la salute. 
"Zeman è questo!" Commenta un signore con il sigaro in bocca. 
Ha ragione, alzi la mano chi, sul risultato di 2-0, era tranquillo di portare a casa una vittoria. Sicuramente lo era il taxista che mi ha accompagnato ieri a lavoro: 
"Nell'euforia ho gridato: gliene facciamo 28 di gol!!!" così mi ha detto. Ecco nell'euforia ma a mente lucida questo non può accadere.
Allo stadio ero seduta in un posto diverso dal solito. Ho tenuto gli occhi incollati all'orologio del tabellone luminoso fino allo scadere del ventesimo minuto. A quel punto ho sospirato:
"Si, questa volta possiamo vincere" il tempo di dirlo e quello di vedere realizzare da Lamela una doppietta è stato tutt'uno. Troppo veloce, aggiungo ora con il senno di poi. Arriviamo alla fine primo tempo mentre Sandro prova a convincermi che : 
"Sicura che avevo preso Destro? Mi sembrava di aver puntato su Lamela..."
Gli dico di no con l'indice: 
"Nun ce provà....hai preso Destro e io Osvaldo". 
L'argentino mi ha un po' deluso, assist a parte, non ha centrato mai la porta. A differenza di Totò Di Natale che continua a confermarsi in ottima forma contro la nostra formazione. 
Quando, insindacabile, arriva il pareggio a inizio secondo tempo e il cielo decide di rovesciare l'acqua sul campo, la metafora del nubifragio si trasforma in realtà.
"Affoghiamo?" mi domando silenziosa. 
"Abbiamo ancora tre sostituzioni, c'è speranza" dice uno alle mie spalle. 
Zeman sostituisce un ottimo Dodò e poi toglie la luce: click! Totti fuori. Sento inveire: 
"Come si fa a togliere Totti??? Non è possibile". 
La partita si svolge tutta sotto la curva Nord, una gioia per chi è in Sud. Assegnano un rigore all' 88' ed è bello rimanere nel dubbio che sia un rigore valido, ancora più bello non aver visto il pallonetto che mi sa molto di sberleffo. Poi chiamo papà e le speranze crollano: 
"Partita condizionata dall'arbitro, un rigore inesistente! E comunque non mi dire niente ma io sono superstizioso. Lo sai chi c'era allo stadio? Max".
Sorrido. Il Guru mi racconta che Max è andato allo stadio, questa stagione, una sola volta e quando la Roma ha giocato contro il Bologna, devo aggiungere altro?  
Esco a testa bassa dal mio settore ma con la convinzione che è meglio perdere e giocare, che non giocare affatto e questa convinzione non me la toglie nessuna sconfitta. 
Ricomincia a piovere forte e, anche questa volta, nessun Grazie Roma scorre sui titoli di chiusura. 

PostScriptumParma: Ho solo una preghiera da rivolgere alla mia squadra. Il mio cuore può sopportare di vincere una partita al primo tempo e finire per perderla. Può reggere il colpo di un rigore nemico tirato a cucchiaio ma vi prego, contro il Parma, non fate segnare Rosi altrimenti avrete una tifosa morta sulla coscienza...
PostScriptumHalloween: Qualcuno può dire alla Juventus che non c'era bisogno di travestimenti per la notte delle zucche e delle streghe, tanto sono brutti e cattivi sempre, lo sanno anche i bambini romanisti...

27 ottobre 2012

Settimana Intensa e Domenica Bestiale

TOTTI&OSVALDO chi scommette che segneranno loro???

Ne sono successe di cose nei 5 giorni trascorsi e non solo legate al mondo del calcio. Se vogliamo partire da questo beh, eccovi serviti: ieri sono stati emessi nuovi deferimenti per il calcio scommesse, questa volta è toccato al Napoli.
Nei giorni scorsi tra Champions ed Europa League le italiane non hanno certo brillato...la cosa che mi è piaciuta di più è stato lo striscione di giovedì sera ad Atene. Lo avete letto? Atene e Roma sono le capitali. Geniali.
Settimana Intensa anche per la politica. Domenica oltre al brutto tempo sono in programma le elezioni regionali in Sicilia: vincerà il Forrest Gump della politica italiana Grillo e la sua banda oppure torneranno a scaldare la poltrona i soliti noti che mangiano i cannoli siciliani?
Di sicuro la notizia più eclatante è quella del buon Silvio che ha deciso di non candidarsi ed è tornato subito nel mondo degli essere umani beccandosi una condanna a 4 anni per frode fiscale. Decisione politica ovviamente.
La caccia ai candidati delle prossime primarie del Pdl è stata spietata. Si sono fatti i nomi di Montezemolo, che nel contempo si è dimesso da presidente di Ntv al secolo il treno Italo; di Mussolini, Craxi e Berlusconi tutte figlie di ovvero discendenti di padri illustri. Un bel modo di guardare avanti direi. Attenzione però, non deconcentriamoci, perché se la destra non sa a quali santi votarsi la sinistra non mi pare trovarsi a suo agio, dopo che la storica segretaria di Bersani è stata indagata per truffa. Poi c'è Formigoni che indagato lo è da tempo ma libera gli altri dal male, scioglie la sua giunta e resta inchiodato a guardare. Dimenticavo Vendola in attesa di sentenza e Grillo che gode sulla chiusura dei giornali. Quadro piuttosto ingarbugliato mentre la Polverini rilancia elezioni a gennaio - febbraio della Regione Lazio continuano a perdersi le tracce, tutta colpa del nome forse.
Tornando al calcio non giocato il Presidente del Cagliari riceve una sospensione a giudizio per il suo ricorso contro il provvedimento di assegnare a tavolino alla Roma. Ha dichiarato di voler vedere il Presidente della Roma, c'è da dire che Cellino ha un senso dell'umorismo fantastico. Il Presidente della Roma piacerebbe vederlo tanto anche a noi e da tempo.
Balzaretti si è fatto male e domenica Di Natale ce l'ho contro al fantacalcio.
Secondo voi come sarà il mio week end?
Sicuramente dormirò un'ora in più. Infatti andrà via l'ora legale e con lei si porterà via l'estate.
Mi sembra che ci siano tutte le condizioni per una due giorni intensa.
Non ci annoieremo...parola di Tacco 12.

PostScriptuMZeman: il Mister anche oggi ha sparato a zero sugli Agnelli. Ha le sue ragioni e posso condividerle ma mi auguro che la prossima volta i Lupi si mangino gli Agnelli sul campo.

PostScriptuMschedina: ieri in radio non sono potuta intervenire. Ecco qui la mia schedina:
SIENA - PALERMO          2
MILAN - GENOA              1
CATANIA - JUVENTUS  X2
BOLOGNA-INTER            2
FIORENTINA-LAZIO       1X
PESCARA-ATALANTA   X
SAMPDORIA-CAGLIARI 1
TORINO - PARMA            X
NAPOLI-CHIEVO              1
ROMA - UDINESE             1X2

24 ottobre 2012

Le scelte delle donne: Alessandra Ferri e sua figlia Matilde

Alessandra Ferri con la figlia Matilde - la ballerina ha rinunciato alla carriera per crescere le sue bambine 


In Prima Pagina su La Repubblica oggi mi ha colpito l'articolo di Michela Marzano, di cui vi riporto il link: 
Trovo che la sua analisi sulle donne sia meritevole di essere condivisa, fosse solo per tentare di capire quello che ci sta succedendo. 
Ieri sera, riuscendo a ritagliare 15 minuti per rimanere nel tema "che andiamo sempre di fretta", ho goduto di una "merenda" con la mia amica Nica. Lei prossima mamma, donna in carriera, mi ha confessato la bellezza di starsene a casa. Della lentezza delle quotidianità cui dedicare cura e attenzione. Una vita priva di stress che non significa solo andare più adagio ma anche affrontare i malesseri, come la disoccupazione, con un atteggiamento diverso, più propositivo e positivo.  
L'ascoltavo e la capivo benissimo. Nonostante non abbia un pancione di 9 mesi e le preoccupazioni di una futura mamma. Lei non ha detto altro che quello che tutte le donne intelligenti che conosco pensano: 
"Vivi senza pensare al domani. Tutto si può fare, con qualche sacrificio ma con serenità". 
Se si vuole un figlio e una famiglia, la carriera non è coniugabile. Mi riferisco alla carriera "vera" quella che ti permette di comprarti un paio di Manolo o un Rolex senza rimpianto si quanto speso in tempo di crisi e  ristrettezze. Lusso che poche donne possono permettersi. Ci sono persone disposte a rinunciare a una gratificazione professionale pur di lasciare un segno in questa vita. Pur di dare la precedenza a quelli, che a mio avviso, sono i valori che rendono una persona serena, felice e degna di aver vissuto. Valori antichi, forse, ma intrinsechi alla nostra natura di essere donna. E lo dico leggendo le cronache. Per esempio è proprio di ieri la notizia che Carmen Russo aspetta un figlio a 53 anni. Forse prima non aveva avuto la fortuna o il tempo di concepirlo. Forse, prima, non voleva rinunciare alla sua carriera. Si perché mentre gli uomini posso concepire figli come se piovesse, senza rischi sulla loro carriera (anzi più figli si hanno, più si è "potenti" e "fighi"), per le donne una gravidanza è spesso una condanna. Si è automaticamente tagliate fuori dal sistema lavoro. 
La Marzano spiega come questo ricatto sia soprattutto psicologico. Se il lavoro c'è è comunque ingombrante. Così si diventa mamme per poi avere i sensi di colpa, perché non si riesce a dedicare tempo ai  propri figli. Se mamme non lo si diventa? Si soffre di un'assenza tutta la vita o ci si riduce a diventare mamma in un età in cui la natura preferirebbe fossi nonna. 
Difficilmente cambierà qualcosa in un Paese immobile come il nostro ma mi sento di dire per chi avesse qualche dubbio, salvo eccezioni come Margherita Huck o RitaLevi Montalcini, se una donna preferisce  dedicarsi ai figli è una donna in carriera più delle altre fosse solo per aver avuto il coraggio di optare per la scelta più difficile.

























23 ottobre 2012

Bella Roma, bello Totti, bello Osvaldo, belli tuttiI!


Bella la mia Roma. Bello Osvaldo, bello Totti e bello De Rossi. Belli tutti (o quasi).
Una vittoria in rimonta non la ricordo da tempo. Ci siamo ripresi quello che ci avevano tolto in passato. E ce lo siamo ripreso tale e quale: quattro gol e tanto di esonero post gara per l'allenatore avversario. 
I primi venti minuti ho seriamente considerato di distruggere la tv con un bel lancio del bicchiere. Mi sono alzata e ho iniziato a sparecchiare per sbollire ma parlando a voce alta come una pazza. 
Un sms di mia sorella recitava le seguenti parole: "Che schifo..."
Il secondo gol poi è stato davvero umiliante: tutti fermi a guardare il pallone come fosse una stella cadente con un desiderio da esprimere. Desiderio espresso. Capitan Totti prende la situazione in mano. Un gol e via, si ricomincia. Zeman è un protagonista muto nelle parole ma solo in quelle. Quando a inizio partita saluta Immobile, gli si legge un sorriso sul volto. Ironia lui che crede nei giovani (che si chiamano Immobile) in un Paese, che non è il suo, e dove il Ministro del Welfare, che è di questo Paese, definisce gli stessi giovani choosy e promuove la mobilità nel lavoro.  
In campo qualcosa è scattato. E "sugli spalti di casa" anche. Quanto mi mancava il friccico della vittoria. 
"Forza, bisogna andare sul 2-2 alla fine del primo tempo!" urlavo da bordo tavola. 
Mirko e Massimo erano silenziosi. Luciana era stizzita. Era corsa in cucina a fare il caffè, un po' per rabbia un po' per scaramanzia. La mia postazione era cambiata. 
Segna Osvaldo mando subito un sms a Sandro: 
"T'arrendi? Osvaldo ancora gol e sempre perché non hai voluto scommettessi su Totti". 
Sandro risponderà solo dopo la doppietta con un : meno male. Osvaldo segna e per la gioia esulto buttandomi in ginocchio davanti alla tv. Niente di strano se avessi sbattuto tutte e due le ginocchia sulle mattonelle! Quando si dice una vittoria sofferta... Mi viene da inveire contro Lamela, che il Guru nella telefonata post partita ha definito "meraviglioso", perché non passa mai la palla??? Perché????
Fortuna che mi risponde alla sua maniera: segnando. Dopo 5 anni arriva la vittoria, un segno buono. 
Il lunedì  ha tutto un altro sapore: non ti stressa lavorare 12 ore, né il tempo nuvoloso o la battuta di qualche collega laziale. La Roma vince e nulla mi tange. Anzi sono talmente carica che quando mi ritrovo ad ascoltare delle donne disperate per la passione romanista di mariti e figli mi trasformo nel figlio maschio (come mi chiama  mamma Lucia quando mi vede guardare le partite) e inizio un'arringa di difesa verso il tifo. Una passione che si può trasmettere solo ai sognatori. 
"Se cambio posto mio marito mi uccide" dice Anna che da 20 anni è sposata con un romanista. 
"E fa bene" le rispondo "squadra che vince non cambia: ognuno al posto suo ". 
E quando Daniela se la prende con il fratello che le dice che porta sfortuna e con il padre che la fa cucinare in fretta e furia perché c'è la Roma, le do il numero di mamma Lucia per farsi raccontare le sue di domeniche, degli ultimi 35 anni.
Nulla di nuovo. I tifosi sono tutti uguali. "Inventano strategie subdole per sistemarsi la coscienza" continua Anna che ce l'ha con il marito che domenica sera l'ha trascinata da amici che hanno i figli in classe con il suo. "Così i figli giocano e le mogli chiacchierano e lui si guarda la partita". Mi sono resa conto che vivere accanto a un tifoso e non esserlo deve essere davvero eroico. Quello che non capiscono è che se Totti ha trovato la forza di prendere la palla dentro la rete e ripartire subito, se Osvaldo ha segnato una doppietta (con dedica alla mamma) e Lamela ha smesso di essere autistico e si accorto che il calcio è un gioco di squadra, beh, signore mie il merito è anche di noi tifosi...che a casa studiamo posizioni, pratichiamo riti e indossiamo sempre la stessa maglietta. Nonostante i difetti noi siamo belli proprio come la Roma ...parola di Tacco12.


PostSCripTumArmandoALpantheoN: il Guru di lunedì è andato a ritirare il premio Ruota D'Oro che  viene assegnato ogni anno ai 4 ristoranti che nei rispettivi territori coniugano i valori di qualità, genuinità, pulizia, funzionalità, accoglienza cordiale, cura dei dettagli a una politica di prezzi ragionevoli...permettetemi di congratularmi con lui e tutta la mia famiglia. 

19 ottobre 2012

TrigoriaS la Dallas de Noantri...


Stamattina mi sono svegliata e, dopo aver bevuto un buon espresso e scelto a fatica cosa indossare, ho pensato che domenica ritornerà il campionato.
Qualsiasi partita sarà non importa, perché giocherà la Roma e quando gioca la Roma la domenica è condizionata negli umori.Fortunatamente si gioca di sera, quindi che vada bene o male il week end sarà terminato.  
Non lo so se vi succede la stessa cosa ma quello che provo, ultimamente, alla voce partita della Roma  è un po' quello che il protagonista di Ovosodo dice alla fine del film: 
" E' come se avessi un uovo nello stomaco, che non va né su né giù". 
L'uovo in questione si chiama Zeman - De Rossi e questa situazione che, dopo due settimana di stop, se possibile è peggiorata. Daniele dovrà giocare alla DeRossi o alla Zeman? Incubo ben peggiore: Daniele giocherà? E se non giocherà come andrà a finire? Il ritorno di Dallas al confronto è nulla. La telenovela TrigoriaS terrà incollati molti tifosi che nel contempo prendono le parti, sfaldandosi come una suola dalla scarpa quando l'asfalto è bollente. 
Confesso che presa da questo pensiero mattutino e dall'euforia del momento ho condiviso il mio personale pensiero su facebook e..apriti cielo. I tifosi e la loro frattura sono usciti fuori come la nutella spalmata in un cornetto appena sfornato, con la differenza che la nutella è buona mentre i tifosi un po' meno.
Avevo scritto questo: " Sapete che vi dico? Tifo Roma e sto con De Rossi tutta la vita. Ecco l'ho detto". 
Sto con Daniele perché è bravo, perché è un professionista, romano, romanista. Sto con Daniele perché pure se guadagna tanti soldi se li è sempre guadagnati. Sto con Daniele perché è il nostro ViceCapitano dalla vena che scoppia quando esulta e io quella vena e quella rabbia è troppo tempo che non la vedo più e la voglio rivedere. Voglio scoppiare di rabbia e di gioia insieme a Daniele, porca miseria! 
Sto con Daniele perché è roba nostra rosico se va via. 
I Zemaniani si sono gettati senza paracadute nel rivendicare il ruolo del Maestro. I DeRossiani invece hanno difeso romanità e professionalità del giocatore. 
La questione è la seguente: uno dà del suo meglio giocando nel ruolo che sente nelle sue corde (vedi  Daniele in Nazionale) oppure quando svolge un compito assegnatogli (perchè un professionista deve saper far tutto?)???
Va dove ti porta il cuore...per dirla con il titolo di un libro famoso che non mi è mai piaciuto. Ho sempre pensato così. I migliori maestri sono quelli che sanno come prendere i loro alunni, che sanno tirar fuori il meglio da loro, non è mai il contrario. Spero che il Maestro in questione non mi deluda.
Al contrario spero che a deludermi sia Marco Borriello. Il "nostro" bomber non vorrei ci prendesse come bersaglio domenica sera. Ho la sensazione che la notizia della gravidanza di Belen abbia dato più fastidio a lui che a qualcun altro...Parola di Tacco12

PostSCriptuMChampionS: Dicono che c'è una coppa dalle orecchie giganti che vaga per la città eterna. Dile, se la vedete, di non passare dalle parti del Pantheon. Il Guru potrebbe rimanerci secco, sta ancora metabolizzando il lutto dal lontano 1984...

16 ottobre 2012

Che Tempo Siamo?


Oggi vorrei parlare del tempo. C'è quello Meteo che cambia sempre nome. 
Parliamo di Cleopatra per esempio. Voi l'avete incontrata??? Io si. La bella signorina è arrivata come un piccolo tornado sul mio balcone. Ha spazzato più o meno tutto e ha rotto anche un vetro. Devo dire che il nome di questa piccola furia questa volta è stato azzeccato, anche se la mia professoressa di latino mi aveva raccontato che Cleopatra si era presentata a Giulio Cesare completamente nuda srotolandosi da un tappeto. Da me è arrivata piuttosto rotolando come un tappeto volante. So' cambiati i tempi...o solo i venti??? 
Ci sono i tempi di una partita di calcio:  due da 45' con l'intervallo sacro per andare al bagno o bere un caffè. 
Il tempo di un bambino, che scorre sempre troppo piano. Quello di un adulto, che scivola veloce come un pensiero . Il tempo che finisce subito quando ti diverti e non termina mai quando ascolti una noiosa lezione di filosofia alla sesta ora e l'unica cosa al mondo che desideri è il suono della campanella. 
Il tempo che si vince uno scudetto, quello dura un attimo poi passano dieci anni e ti sembra sia accaduto ieri. Il tempo di un Capitano come Ago e quello di uno come Totti.
Il tempo dell'Infedele che è diviso in 6 blocchi da venti minuti. 
Il tempo di crescere e quello di voltare pagina. 
Oggi mi è presa così. Sono andata in palestra questa mattina e mi sono accorta che alle 9 nella sala pesi ci sono molte donne di una certa età, il cui tempo si legge sul volto, sui capelli bianchi, sui sorrisi che hanno elargito tante volte da lasciarli un po' lì sugli angoli delle labbra. C'erano gli orologi alle pareti che procedevano e le lezioni di aerobica scandite dal tempo del ritmo musicale. 
Come faremmo senza il signor Tempo nelle nostre vite? Il tempo, per quanto lo si detesti, sa anche farsi amare molto. Tutti sono nostalgici di un amore passato, di una chance persa, di una frase non detta. E maledizione vorresti una macchina (guarda caso) del Tempo per tornare a un giorno preciso e prenderti la tua rivincita sulla Storia. Ma il tempo passato è morto e non tornerà mai più. Allora tutti diventano speranzosi nel futuro. Il futuro di quello che sarà o di quello per il quale dobbiamo lavorare. 
Per esempio noi romanisti siamo nostalgici della Roma di Zeman e allora proviamo a riprendercela e richiamiamo il Boemo in panchina. Siamo ansiosi per il Futuro e allora scegliamo addirittura un Capitano per il Futuro, salvo poi scaricarlo per far cassa e, incredibile, anche la cassa è collegata al tempo perché si dice che il tempo è denaro
Il tempo di prendere fiato, quando si è scoraggiati e quello di perderlo, quando vedi sorridere la persona che ami. Il tempo di essere figlia e sorella e quello di essere moglie e madre. Il tempo di contare fino a dieci e quello di rimanere in Silenzio nelle circostanze in cui parlare sarebbe troppo facile o troppo doloroso.
Il tempo di essere eccezionali e quello di essere normali, tanto per rassicurare Osvaldo che la normalità prima o poi torna sempre. 
Il tempo però è soprattutto quello Presente ed è quello che preferisco e che tutti dovremmo preferire. Infatti è quello che siamo e se imparassimo a preoccuparci di meno e a goderci le gioie dell'oggi ci accorgeremmo, tanto per dirne una, che Osvaldo e De Rossi hanno fatto vincere l'Italia e sono due giocatori della Roma adesso, ora. 
Il resto è passato o sarà futuro...parola di Tacco12.


PostScriptumAuguri: E poi ci sono Campioni che il tempo lo fermano, come Paolo Roberto Falcao. Qualsiasi età compia oggi per me rimane sempre il giocatore dalla maglietta N.5 della Barilla. La prima maglia della Roma che ho indossato e pensare che mi sembra ieri...



15 ottobre 2012

Primo allenamento in palestra

Mercoledì scorso sono tornata in palestra. Con una mise sobria mi sono avvicinata all'istruttore (un bel ragazzo dagli occhi ghiaccio che potrebbe essere il mio fratellino più piccolo, considerando le altre due sorelle nel mezzo). Lui si è informato sul mio allenamento e mi ha porto la seguente domanda:
"Da quanto tempo è che non ti alleni?" La prima considerazione è che mi ha dato del "tu" quindi tanto vecchia non sono. Poi ho dovuto pensare un attimo. Davanti a un uomo che fa domande così intime, e lo fa guardandoti dritta negli occhi, hai solo due vie possibili da percorrere:
1. Dire la verità cercando una giustificazione che regga; 2. Mentire spudoratamente.
Trovando il secondo punto controproducente, perché avrei rischiato di morire sotto il rullo del tapirulan, ho optato per la prima soluzione aggiungendo:
"Purtroppo a Giugno ho preso una distorsione e sto recuperando".
Ha funzionato talmente tanto che Jacopo dagli occhi blu ha iniziato a interrogarmi in modo serrato:
"Come l'hai presa? hai fatto solo la lastra o l'ecografia? c'era una lesione ai legamenti? hai fatto la fisioterapia? conosci la tavoletta di freeman per esempio?"
Volevo morire. Rispondevo muta con i cenni della testa e la maledizione costante nel cervello:
"Chi me l'ha fatto fare???"
Non so come mi sono ritrovata su una ciclet pedalando "al massimo a velocità 80, per 10 minuti".
Dopo il riscaldamento alle gambe è giunta l'ora dell'incontro ravvicinato con gli addominali. Li odio. Di tutte le parti del mio corpo, gli addominali (di gran lunga) superano in antipatia le altre.
Ero pronta per iniziare la seconda serie, lo giuro ma non riuscivo ad alzarmi! Loro non rispondevano. Tiravo il collo e cercavo con le mani di afferrare il manubrio della panca, e loro giacevano immobile, senza dare cenni di vita (se non il giorno successivo e quello dopo ancora...).
Sbarravo gli occhi verso il mio stomaco e sussurravo minacciosa: "Perché fate così??? lo so che ci siete, vi prego...non fatemi fare una figura di merda". I miei addominali erano sordi come una novantenne con la televisione a volume massimo. Ho cercato conforto nello sguardo della mia vicina di panca che tutta sudata ha scosso la testa:
"Sono bastardi" mi ha confessato.
Ok se anche la pupetta di vent'anni me lo conferma, posso procedere senza vergogna. Jacopo occhi blu, si avvicina e mi guarda.
"Non ce la faccio" confesso "Vorrei ma niente, più in alto di così non è possibile".
Jacopo mi confida che non c'è bisogno di salire troppo e allora mi riprendo:
"Ah, se è così ce la faccio" spavalda che non sono altro.
Il tour prosegue. La macchina per i dorsali, per le gambe, per le braccia e per l'interno e l'esterno coscia...alla fine 15 minuti sul tappeto con pendenza 3. Pendenza 3???? Anche quando ero super allenata ero molto attenta a tenere la pendenza zero.
Ed è quando ho quasi terminato che temo l'irreparabile: si slaccia la scarpa. mi asciugo il volto e cerco di non pestare il laccio traditore. Già mi vedo cadere rovinosamente con la guancia schiacciata sul pavimento. La  palestra è piena. Il tipo al mio fianco corre a velocità 12 da 20 minuti. Cerco di aumentare la mia velocità però c'è da dire che lui ha pendenza zero, il furbetto. I lacci vanno per fatti loro. Ancora più imbarazzante sarebbe se si avvicinasse qualcuno a dirmi: "Ehi, hai il laccio sciolto". Come potrei fermarmi?
Quando smetto di correre sul tappeto ho ancora la testa che gira. Devo fermarmi bene perché rischio di caracollare giù. I lacci sono ancora lì belli sciolti e io, bella sciolta, scendo e mi allaccio la scarpa. Sono salva, non sono inciampata.
Prossima tappa lo spogliatoio. Evvai!!! Decido che non farò la doccia. Non ho tempo e ho dimenticato : shampoo, bagno schiuma e balsamo. C'è sempre qualcosa che dimentico e ci vuole tempo perché rientri nella filosofia della palestra. E poi odio la doccia in palestra.
Fortuna non ci sono troppi fighetti ma l'orario del tardo pomeriggio è proprietà privata dei liceali. La cosa mi rilassa, perché essere le più vecchie è garanzia di assenza di vergogna. I grandi fanno quello che vogliono senza temere i giudizi dei più piccoli. Dall'altra, hai come la sensazione che la tua faccia esploda di rughe e le tue gambe siano decisamente poco toniche.
Decido che la seconda lezione sarà all'ora di pranzo e la terza di mattina, forse con compagni di palestra più adulti potrò aumentare la mia autostima. Del resto un'ora di palestra è anche un'ora di seduta psicologica. Infatti , come ogni prima lezione, penso che sarò costante e avrò un fisico bestiale per la prossima estate.
Prendo al volo la mia vespa e penso alla cena...me la sono guadagnata.

12 ottobre 2012

Ragazzi è venerdì e lo sapete che, il venerdì, il mio umore è sempre buono. 
Strano perché con il brutto tempo dovrei essere nervosa e giù di morale, invece no. Sono qui che pregusto il weekend senza Roma e con la Nazionale. 
Voglio proprio assistere allo strano caso di DiDiErre e CapitanFuturo. Il primo è un eroe che calca la scena da anni. Un gladiatore in mezzo al campo, una specie di mastino della serie "De qui nun se passa". Un piccolo genio che distribuisce palloni e segna da metà campo. 
Mentre il secondo è, come si dice: il fratello gemello?, una specie di fantasma che c'è e si sente ma non in modo incisivo e indiscutibile. 
La questione è stata oggetto di discussioni per tutta la settimana e non ho idea di proseguire sull'onda di chi difende Daniele e chi lo mette in croce. Direi piuttosto di goderci il nostro Danielino questa sera alle 19 contro l'Armenia. Non solo Daniele perché la nostra Roma sarà in campo anche con Osvaldo (che se si finisce di fare male è la volta buona che vado a Coverciano e metto sotto con la macchina tutto lo staff medico!) e Destro. Mattia, anche se in panchina, potrebbe entrare e chissà che non si sblocchi segnando un bel gol. Nel frattempo noi romanisti tiriamo il fiato e ci rilassiamo in vista dell'incontro con il Genoa di domenica prossima. Prepariamoci bene anche psicologicamente a incontrare di nuovo una vecchia conoscenza in gran forma: Marco Borriello. Un bomber mai compreso in quel di Trigoria. Che peccato. 
Il week end Tacco12 mi auguro sarà tranquillo anche se il Guru e signora hanno bisogno di una mano per una specie di trasloco, ora che ho iniziato la palestra sarà una passeggiata. Dopo la seconda lezione mi sento già una piccola Michelle Obama. Eh, mi piacerebbe avere i suoi bicipiti. 
Il resto della città, calcio a parte, mi sembra piuttosto agitato. Oggi sono scesi in piazza gli studenti e permettetemi di esprimere tutto il mio appoggio (anche a lei Prof. Marcacci). Il vero futuro, qualsiasi esso sia (sportivo, lavorativo, di relazioni sociali) nasce tra i banchi di scuola. Quando questo Paese lo capirà, forse avremo qualche possibilità di uscire da una crisi prima di tutto di valori e poi economica...parola di Tacco12. 

PostScriptumFilippi: La Filippi "costretta" a lasciare il nuoto. Grazie Italia anche per questo.

PostSCriptumLazi(E): I cugini si divertono a chiedermi se ho comprato il libro del Capitano E Mo te spiego Roma. Fanno la risatina per deridere il talento narrativo di Totti. Non capisco che c'avranno da ridere...non penseranno mica che qualcuno farà spiegare Roma a Mauri...sarebbe molto rischioso, non trovate???

10 ottobre 2012

Femme: una storia che voglio raccontarvi


Oggi voglio raccontarvi una storia. Una storia che mi ha dato speranza e per questo  merita di essere raccontata. 
Conosco Giorgia da circa 6 anni. Aveva appena terminato il liceo, quando ha deciso di seguire un corso per la ricostruzione delle unghie. Una passione, solo una passione. Infatti Giorgia, che è una ragazza piccolina e formosa ma con una grinta da donna navigata, si era iscritta all'università e aveva iniziato a lavorare come impiegata. La passione però è il motore che tutto muove. Così, con il passare degli anni, la piccola Giorgia ha deciso d'investire sulla sua passione. Ha lasciato i lavori che la distraevano dal suo obiettivo e si è dedicata anima e corpo alle mani delle donne. Non solo alle mani. Giorgia ha capito che se si sceglie di dedicarsi a una passione, perché questa diventi una professione svolta con serietà, è necessario conoscere a fondo ogni sfumatura e novità dell'ambito che la riguarda. Dopo le mani, ha iniziato a seguire corsi di make up, di sopracciglia e ha puntato su prodotti di qualità. Ha investito ancora e, dal piccolo spazio che affittava dentro il negozio di parrucchiere dove l'ho conosciuta, è passata a un piccolo negozio che gestirà da sola con l'aiuto di una ragazza. 
Notare la vetrinetta piena di smalti di tutti i colori possibili
Un negozio che vanta una vetrinetta con tutte le gamme di colori di smalto possibili immaginabili. 
"Non ce l'ha nessuno" mi ha fatto notare con una gioia negli occhi che solo chi ha tanto lavorato e faticato può capire. Giorgia è contenta. Sabato 6 ottobre ha inaugurato il suo negozio, che si affaccia su Piazza San Giovanni di Dio nel cuore di Monteverde. 
Mi ha raccontato con entusiasmo come ha scelto di arredare il negozio e quanto ha impiegato per decidere un nome che rimanesse impresso ma non fosse legato solo alle mani: 
"Il mio è un negozio che si occupa di rendere bella la donna. Non sono ammessi gli uomini". 
Guardo il lavoro che ha fatto, mentre bevo un Nespresso dalla macchinetta che ha appena comprato ma non sa usare. La parete dorata vicino alla postazione pedicure è molto cool e l'arredamento bianco rispecchia lo stile giovane e moderno di chi l'ha scelto. Ha ancora tante idee che le frullano nella testa e piano e piano le metterà in pratica, c'è da giurarci. Finisce di mettermi lo smalto rosso e continua a distribuire bigliettini alle donne che si affacciano curiose di conoscere che sta nascendo dentro quel piccolo negozio. 
"Signori, qui nascono i sogni" avrei voluto dire. 
Vi ho raccontato questa storia, perché Giorgia è una ragazza Tacco12. E' una che non si arrende e che, nonostante la crisi, crede in quel che fa. Giorgia ha 25 anni e un lavoro che ama. Voglio augurarle ogni gioia e regalarvi questa storia, perché sia d'esempio per tutte noi. Volere è potere, sempre...parola di Tacco12.

Walk a mile in her shoes


La notizia è vecchia di qualche giorno...esattamente il 27 settembre a Toronto circa 1000 uomini hanno indossato un bel Tacco12 per partecipare alla  WALK A MILE IN HER SHOES. La maratona si svolge ogni anno ed è organizzata dalla White Ribbon Compaign. Una corsa per dire basta alla violenza contro le donne. Un gesto dimostrativo che noi donne apprezziamo e che speriamo più associazioni e più uomini mettano in atto. GRAZIE.

PostScriptuM:  Pensate che la sofferenza di un Tacco12 non è niente rispetto a quella di una violenza...parola di Tacco12.


La Maglia è onorata, solo se sudata

Mentre lascio lo stadio una domanda mi arriva all'orecchio, così a sua insaputa: 
"'N sai che è successo???" 
E' una ragazza che con il tono di chi sta per farti una rivelazione eccezionale si rivolge al ragazzo che le cammina accanto e che le risponde: "Che è successo?" 
Lei con l'aiuto delle mani, per rendere la sua notizia ancora più grandiosa, risponde: 
"Ha vinto la Roma!" e aggiunge " E non ha preso nemmeno un gol". 
Eccoci signori e signore. Siamo così noi romanisti. Noi che ci prendiamo in giro da soli. Noi che, se usciamo dallo stadio e la nostra squadra non ci ha convinto, mostriamo un sorriso a metà. 
"Fortuna che c'era l'Atalanta altrimenti nei primi venti minuti prendevamo 4 gol come con la Juventus" Mirko scuote la testa. 
"Così non va" continua Sandro "Destro ha deciso che mi deve far perdere la scommessa con te" mi dice. Lo guardo e, ancora imbestialita per l'espulsione a sorpresa di Osvaldo dalla formazione,  gli rispondo: 
"Sandro hai telefonato anche a Zeman per far rimanere Osvaldo in panchina?"
Noi romanisti quelli che hanno messo in atto l'ultima scaramanzia possibile prima di perdere la speranza. 
"E' regolare che abbiamo vinto. Ci siamo dati appuntamento davanti alla Pasticceria". 
Christian ha ragione l'ultimo anno dell'appuntamento davanti alla Pasticceria abbiamo sfiorato lo scudetto. 
Guardo il piccolo Diego che quando cammina non poggia i talloni. Sembra che voli. Con quel volto dipinto con tante piccole lentiggini, a sottolineare meglio gli occhi puffosi
"E' Diego il nostro porta fortuna! Quando viene lui vinciamo sempre" dico la mia e poi faccio l'occhiolino al piccolo dalla faccia furba.
Lo stadio ha tremato per 90' minuti, perché più forte di un terremoto è la paura di perdere tre punti, poi d'un tratto si è fermato. L'aria si è riempita di note che da mesi erano rimaste imbavagliate. Grazie Roma è l'inizio dei titoli di coda di una domenica finalmente vincente. 
E mi scoppia il cuore e me lo voglio cantare tutto quell'inno che mi riporta indietro di 30 anni quando papà lo faceva ascoltare a me e Fabiana a loop nella sua vecchia Audi A 100 grigio metallizzata. 
Un salto nel tempo come quando prima del fischio d'inizio della gara avevano sfilato sul tappeto rosso:  Tancredi, Bruno Conti, Rocca, Falcao, Aldair e tutti gli altri campioni che nel passato ci hanno regalato il loro impegno e la loro bravura. Ex giocatori che sono entrati nella nostra storia.
Campioni di un calibro tale da commuovere. Alma con gli ancora occhi lucidi considera: 
"Dopo aver visto quei Campioni ci tocca guardà 'sti disgraziati che non giocano". 
Non è solo la saggezza di Alma a pensarla così. La Curva mette in bella mostra gli striscioni a caratteri cubitali che gridano: la maglia è onorata solo se sudata, da oggi chi tradisce è meglio che sparisce. Questa Curva merita rispetto. 
E così, questa volta, sembra proprio che la Roma abbia ascoltato. Per paradosso la paura di perdere è diventata l'arma per vincere.

POSTSCRIPTUMLAZIE: I Cugini (di qualcun altro) parlano di una Roma fortunata. Beh, direi che la fortuna della Roma è stata quella di non giocare di nuovo con la Juventus...e poi se vinciamo sul campo non si lamentano, se vinciamo a tavolino pure...mi sa che l'unica soluzione sarà vincere  con loro. Parola di Tacco12.


04 ottobre 2012

I programmi non finiscono mai

Tacchine/i miei, 
ogni volta che Chiara fa un programma è sistematico che qualcosa o qualcuno glielo faccia saltare. Ho smesso anche di arrabbiarmi per questo. Oggi pomeriggio era prevista un fuga di shopping con la Tata, v'immaginate quella pazza della Tata in giro con me per shopping alla Maison Du Monde? Avrei scritto Chiara&TheEternalCity per i prossimi cinque anni senza dovermi impegnare troppo. 
Il mio è un bel lavoro però non mantiene le promesse che fa. Come un uomo affascinante di cui non puoi fare a meno, così lui se ne approfitta della tua dipendenza e ti sfrutta. Avevo programmato una cena con le miei amichette di sempre e tante cose carine che si fanno quando si è lontani dalle quattro mura dell'ufficio. Tutto saltato! Fortuna oggi sono riuscita ad andare a camminare in Villa e a iscrivermi in palestra. Bisogna pur iniziare con i buoni propositi prima o poi. Così dopo essermi sottoposta a un elettrocardiogramma, aver trovato il tempo di andare dal mio medico di base per il certificato medico, oggi ho messo piede in palestra! Solo piede però, mi sono limitata infatti a riattivare l'abbonamento che ho sospeso da un bel po' di tempo. Il dado è tratto. Non ho più scuse. La palestra sarà la mia seconda casa, sempre che trovi il tempo di andarci. 
Poche settimana fa, seduta al tavolo per pranzare con alcuni amici/colleghi, si discuteva proprio del tema: Palestra. La conversazione è stata esilarante per quanto vera.
"Oggi vorrei andare in palestra ma ho dimenticato le scarpe da ginnastica" ha iniziato l'argomento Marco. A quel punto Edoardo ed io abbiamo tentato di convincerlo:
"Passa a casa a prendere le scarpe, abiti vicino". 
"See perdo troppo tempo" è stata la risposta del fanatico dei muscoli.
Iscriversi alla Palestra infatti non è una cosa che automaticamente esplica l'azione "andare in palestra". 
Ci sono una montagna di altre azioni che vanno eseguite come: comprare le scarpe adatte (quelle pulite perché altrimenti non ti fanno entrare); trovare il tempo e l'istruttore per avere una scheda adeguata. 
"Ma tu fai i corsi?" chiede Edo curioso. 
"No, no per carità non ho tempo la sera c'è un sacco di gente, poi" 
"E'  vero, in palestra si può andare solo prima delle 9 di mattina la sera si è troppo stanchi. Come faranno certi.."
Edo è un padre e non ha altri spazi nella sua giornata. Marco, che padre non è, gli risponde tra il divertito e lo sconvolto: 
"Cosaaa? io dormo fino alle 9!" 
Punti di vista. L'altro problema della palestra è infatti l'orario. 
"Quella dove vado io apre alle 7 di mattina" accenno.
La notizia è stata colta con piacere solo da Edo mentre Marco ha lanciato un altro tema : 
"Andrai a una palestra da fighetti". 
Le palestre, almeno a Roma si dividono tra: fighetta e basic o sfiaghette. 
La seconda è solitamente nelle periferie, nei sottoscala, negli scantinati. Ne ho frequentate almeno 3 o 4 e mi sono sempre trovata bene, anche se la doccia la facevo a casa. La prima è senza dubbio più confortevole, in location più cool e con gente più cool, motivo per il quale spesso mi sono trovata male. 
Se non pesi 50kg sei una cicciona. Se non hai gli addominali piatti, ti guardano come fossi un essere ripugnante. Se non sei del giro di quelle che vanno in palestra tutti i giorni, sei una che non ha voglia d'impegnarsi. Mi domando da anni che lavoro facciano i palestrati e le palestrate per avere così tanto tempo da sprecarne in palestra. Mah, comunque una cosa bella le palestre fighette ce l'hanno: le docce. Ah, sono quasi più belle di quelle che uno possiede a casa. Sempre calde, con massima pressione (anche quando sono aperte 10 contemporaneamente). Il dramma unico può sussistere all'uscita della doccia. Vi è mai capitato di aver dimenticato le mutande di scorta? quelle pulite? e dover rimettere quelle sudaticce con le quali avete fattto spinning fino a pochi minuti prima? Terrificante. 
Altre volte il grande assente è il phone per capelli (se vi trovate in una palestra basic, perchè la fighetta ce l'ha di sicuro) oppure il calzino o le calze (oppure ce li hai ma sono bucati). Se siete stati fortunati in palestra avete ricordato di portare l'asciugamanino, altrimenti, come dice il buon Edo: 
"Beh, quello lo paghi 2 euro e te lo danno loro" 
Vero, ma se uno l'asciugamanino ce l'hai a casa, un po' di spendere i due euro ti rode. 
Insomma la palestra è uno stress che si aggiunge agli altri stress non credete??? Mi piacerebbe molto avere il vostro parere, anche se ormai mi sono iscritta e nulla mi distoglierà dalla mia decisione. Sempre che non succeda qualcosa che sconvolga i programmi...
Per oggi è tutto gente, la prossima tappa verso la palestra sarà La Prima Lezione. Da non perdere, sempre qui su Tacco12. Avete consigli per le scarpe da indossare??? Già perché un argomento che non ho toccato è l'abbigliamento, nelle palestre fighette, per esempio, hanno quasi tutte il perizoma, nelle altre le mutande. Hanno le scarpe ultimo grido della Nike mentre nelle palestre sfighette quelle in super offerta da Inter Sport. Insomma vorrei incarnare la via di mezzo. Credo di poterci riuscire. Vi saprò dire anche di questo. E ora è tutto per davvero. Ciao Tacchine/i. 

02 ottobre 2012

Juve - Roma dal tacco dello Stivale



Mai una gioia. Mai una soddisfazione. Le favole con il lieto fine non sono quelle che raccontano ai bambini romanisti. E’ sempre così: vai a Torino per dimostrare la tua bravura e torni a casa con 4 goals dappertutto.  Juventus-Roma sarà la partita che per fortuna non ho visto. Dalla piazza del triste quartiere Tamburi di Taranto, le ciminiere dell'Ilva si stagliano verso il cielo all’orizzonte. Sono tristi e nere. Rendono l’aria insana eppure se le vedi per un attimo possono anche sembrarti fiere, quasi belle. 
Fremo perché mancano pochi minuti all’inzio di Juventus – Roma  e sono troppo lontana dall’albergo per assistere all’odiosa partita ma quelle quattro ciminiere all'orizzonte avrei dovuto considerarle un segno. La trasferta di lavoro anticipata a venerdì sera mi aveva innervosito più del previsto. Sapevo di dover lavorare nel week end ma avrei potuto vedere la partita a casa. Invece venerdì alle 10 di sera mi ritrovavo su un volo tra le urla di una scolaresca in calore, in ritorno da una vacanza studio già a fine settembre. All'aeroporto viene a prendermi un autista che scopro essere juventino. La  notizia non mi sconvolge ma quando mi confessa che è addirittura abbonato, capisco che è meglio non scherzarci troppo. Arrivata in Hotel, al banco dell’accettazione c'è un signore di nome OSVALDO, ho pensato a una strana coincidenza e segretamente a un segno del destino. Ho sorriso. 
La giornata di sabato è stata un crescendo di ansia e incertezza con una decisione presa alle 20.40: davanti all'alternativa mangiare o rischiare un liscio busso a stomaco vuoto, non ho avuto dubbi. Illudendomi per un attimo che "sicuramente se non la vedo mi perderò la partita dell'anno". 
La fame, a volte fa miracoli. Prima di dirigermi al ristorante, però non resisto e corro a sbirciare il fischio d'inizio nella sala maxi schermo allestita dall’hotel. La Roma è in attacco e i primi 5 minuti  mi sembrano buoni. Mi ritiro soddisfatta salvo scoprire il giorno dopo, che sono stati gli unici 5 minuti di gara in cui la Roma ha giocato. Arrivo al ristorante e poggio il cellulare sul tavolo. Poco dopo una vibrazione mi avverte che la Juventus è passata in vantaggio. “La Maledetta di Pirlo” già me lo immagino Caressa e la sua bocca piena di “R” mentre esalta il pregevole gesto dell'ex milanista. La notizia non mi piace ma un gol da calcio piazzato può anche arrivare. Cerco di essere indifferente e scelgo cosa ordinare. Nemmeno il tempo di spostare lo sguardo da Antipasto a Primi Piatti, che un altro sms mi racconta di un raddoppio ad opera di Vidal su rigore (e che te pare!). Avranno rubato come al solito, ne sono certa. Il terzo gol nemmeno fa in tempo a comparire sullo schermo che Vincenzo, l’autista juventino, mi telefona per dirmi: “Hai freddo?” bah, veramente ho fame e lui continua: “Dopo 20 minuti già 3-0” Tre??? Si sbaglia spero ma non si sbagliava, Matri aveva appena realizzato il gol che non ha scuse per la Roma. Delusa decido d'ignorare il telefonino. A fine primo tempo, quando i colleghi escono a fumare, provo a telefonare al Guru. E' irraggiungibile.  Mirko per fortuna mi risponde anche se lo fa con un tono di voce tra chi è in uno stato di coma o chi soffre d'insonnia da mesi. Bisbiglia un “senza parole” e taglia corto la conversazione. Chiamo Fabiana che mi aveva cercata ma risponde mio cognato Mario, lo juventino, che con gran classe non mi dice nulla ma risponde solo alle mie domande. 
“So che con te posso parlare perché sei obiettivo: Stiamo facendo proprio schifo? Com’è possibile?” 
La sua risposta dice tutto: 
“Peggio della Roma di Luis Enrique” e su questo capisco che non c’è speranza di miracolo. 
Solo il gol di Osvaldo mi farà sussurrare: “Grazie, almeno tu”. 
I giorni seguenti sono trascorsi tra la derisione di Vincenzo l'autista e l'incredulità di chi, pur non tifando Roma, non sopporta la Juventus. Nel caso specifico del signor Franco, addetto al catering de l'Infedele, che ieri sera come mi ha vista ha esclamato: 
"Chiara! Che mi combini???" 
Penso di aver dimenticato di pagare la fattura e rispondo: 
"Oddio! che ho fatto?"
"la Roma come mi ha perso..."
Sospiro e borbotto un Ancora??? sono passati due giorni, vi prego non me ne parlate più...
Per concludere in bellezza la tre giorni di lavoro oggi prendendo il taxi ho scoperto che l'autista era della Lazio. Avrò fatto qualcosa per meritarmi questo week end? L'unica cosa carina me l'ha detta il direttore della fotografia sabato sera: Chiaré nun fa' così, pensa se eri della Lazio!
Nonostante tutto mi scappa un sorriso, quello solo un romanista sa sfoggiare anche quando la Vecchia Signora lo umilia come da copione. Che possiamo fare? Siamo bravi a sdrammatizzare...a volte anche troppo...PAROLA Di Tacco12. 

PostScriptuMSondagginO: La Società e i dirigenti sono allo sbando. De Rossi parla di un miracolo per eventuale terzo posto. Florenzi gioca. Quale delle tre affermazioni aiuta di più la squadra ad accaparrarsi la vittoria? Meditate gente, meditate.

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