Ricominciamo! Canterebbe la Curva Sud di una volta sulla musica del mitico Adriano Pappalardo. E lo dico (se necessario lo canto) pure io. Era giunta l'ora di una svolta. Nel calcio moderno non c'è tempo per i sogni. Aspettare è dannoso per la classifica e per le casse della società. Zeman ha fatto Zeman fino alla fine. Lui non ha disatteso le aspettative, non ha deluso e chi lo ama lo rimpiange. Capisco questo meccanismo e stimo il tecnico boemo perché non mi aspettavo assolutamente nulla di diverso da quello che ho visto fino a venerdì. La domanda a questo punto è una: un tifoso deve amare un tecnico o sostenere la sua squadra? Qual è il comportamento che deve tenere?
Venerdì sera lavoravo. Il mio abbonamento giaceva dentro il portafoglio e ogni tanto lo tiravo fuori con la speranza di poter correre all'Olimpico che dista solo pochi metri dalla mia redazione. Purtroppo (anzi con il senno di poi) per fortuna, ho dovuto attendere l'inizio di Zeta che è in seconda serata alle 22.30.
Poco male ho comunque potuto sintonizzarmi sulla partita. In redazione nel turno di notte c'erano diversi colleghi dello sport. Uno fiorentino, uno laziale, uno neutro (ossia romanista poco tifoso, più dedito alle moto e ai motori) e uno milanista ma amante del Boemo.
La partita inizia e subito la Roma passa in svantaggio. Arrabbiarsi non sarebbe servito a nulla. Continuo ad avere fiducia. Quando segna il Capitano ho un sussulto e la solita esclamazione:
"Se non ci fosse lui" poi torno seduta tranquilla e taccio.
Inizia il secondo tempo e di nuovo la Roma incassa un gol grazie alla papera di un ragazzo che mi ha fatto una pena incredibile e una grande rabbia nello stesso tempo. A quel punto crollo pure io. In realtà ho voglia di spegnere tutto, di non vedere come va a finire. Un romanista lo sa sempre come va a finire anche se dentro si vuole illudere e ci vuole credere. Così tra le prese in giro del collega fiorentino che sosteneva che il mio accento romano aumentava ad ogni gol che preso, cerco di darmi un contegno.
All'ennesima presa in giro del toscano gli rispondono da romanista avvelenata:
"Ma che vuoi? metto troppe "g" o poche "r" e pensa a te che aspiri tutto!" l'ho detto ridendo e lui ha capito, quando la Roma perde non mi rompete le balle. Soprattutto ha capito che stavo vivendo un dramma.
Ormai era evidente che la squadra non c'era e che dopo quella partita bisognava trovare una soluzione. Gli alibi erano terminati tutti.
Allo scadere del tempo regolamentare, accorcia le distanze Marquinho e riesco addirittura a esultare.
Il fiorentino me lo fa notare:
"Come fai a esultare?"
Lo guardo e replico:
"Quando la Roma segna, io esulto sempre".
Parlo e m'illumino. Ecco il tifoso. Il tifoso sostiene la sua squadra, la maglia. Chi indossa la maglia, chi siede in panchina, chi dirige la baracca non è la squadra. E allora caro Zeman, grazie per averci portato un'altra volta la tua filosofia di gioco. Per averci creduto e fatto divertire. Grazie di cuore per il tuo calcio "pulito", la tua integrità e la tua immensa voglia di credere ancora in un calcio che è diventato un business.
Grazie ma io non ti piango e non ti piangerò. Amo la Roma e voglio che si rimetta in piedi. La voglio vedere dove merita di essere, in alto. Quindi, traghettatore o no, auguro ad Aurelio Andreazzoli di riuscire nell'impresa. Di portarci in finale di Coppa Italia e di vincerla, ce lo meritiamo tutti noi.
E' giunta l'ora che il tifo si unisca, la Roma ha bisogno di noi...
PostScriptuMCrociere: Oggi ho scoperto che venerdì verrà presentata la Prima Crociera Giallorossa...c'è da dire che questi americani hanno un gran senso dello humor.
PostScriptumLazie: La Lazie ha perso la seconda partita consecutiva. Ha perso Klose per infortunio e ieri Mauri è stato nuovamente interrogato dai giudici. La ruota gira...basta aspettare...parola di Tacco12.
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