Ieri, mercoledì mattina, sono stata in Piazza San Pietro per l'udienza generale del Papa.
Ero nella stessa piazza il giorno in cui è stato eletto Papa e con il suo Buonasera ha iniziato a sovvertire i protocolli che la Chiesa, come istituzione, da secoli impone.
Il Papa argentino ha incuriosito tutti, credenti e non, intellettuali e gente del popolo, giovani e anziani, bambini e bambine. Sul suo modo di far comunicazione sono già stati scritti molti articoli e confezionati diversi servizi televisivi. Eccomi qui dunque per raccontarvi anche la mia versione.
Vivere a Roma spesso fa rima con una serie di disagi, soprattutto legati al traffico, al turismo, alla politica. Tutto vero e a volte molto faticoso per la pazienza e la vita quotidiana di noi romani. Fortuna che ogni medaglia ha il suo rovescio e che a ogni lato negativo se ne accompagni uno positivo.
Poter incontrare il Papa è senza dubbio uno dei vantaggi di cui godiamo. Si può essere fedeli o non esserlo, la figura bianca che la domenica pronuncia l'Angelus è la più famosa e carismatica del mondo.
Sveglia presto dunque e alle 8.00 già in Piazza. Fortuna vuole che abbia il biglietto proprio di fianco all'altare, sfortuna che tra me e la transenna, dove il Papa passa a salutare i pellegrini, ci siano altre due file. Pazienza, sono qui per capire e pregare. I miei compagni di spirito e curiosità sono una coppia di Cinecittà, Sergio e Pina, ed una loro vicina di casa (che con tenacia ha raggiunto la transenna più lontana ed è riuscita a toccare e parlare con il Santo Padre).
Sergio e Pina sono simpatici e le due ore che precedono la celebrazione della messa scorrono veloci. Il sole ci abbronza e Sergio che è calvo (e non ha portato un cappellino) si bagna con l'acqua della bottiglietta che il buon Eligio (fotografo loro amico che ci ha accompagnati ai posti) gli ha dato.
Mentre la Piazza si popola e il Mondo viene accolto dal colonnato candido del Bernini, noi chiacchieriamo di nipoti e di Roma. Scopro infatti che la abbiamo la malattia giallorossa e, come vecchi nostalgici e innamorati, raccontiamo le nostre scaramanzie e le partite che ci sono rimaste nel cuore nel bene e nel male.
Prima che il Papa faccia il suo ingresso in piazza, un cardinale inizia a leggere tutte le delegazioni presenti. E' in quel preciso istante che ti senti una persona fortunata, quando ti accorgi che ci sono centinaia di persone che per essere lì sono partite dal Canada, Messico, Brasile, Argentina, Spagna, Portogallo, Scozia, Norvegia, Francia....da ogni parte del globo.
All'improvviso si sente un boato. Il Papa ha fatto il suo ingresso in piazza. Gira sulla Papa mobile, scende, saluta tutti toccandoli:
"Quando andavo a confessare, chiedevo sempre al fedele se faceva l’elemosina. E poi gli chiedevo se quando la faceva guardava negli occhi la persona a cui stava dando dei soldi. E poi chiedevo se gli toccava la mano, o se gli lanciava la moneta. Perché noi dobbiamo toccare la carne di Cristo, dobbiamo prendere su di noi il dolore. La povertà non è una categoria sociologica o di classe. È la prima categoria teologale."
Quanto arriva sull'altare e lo vedo a pochi metri, avverto subito una grande differenza con i Papi che lo hanno preceduto e che ho incontrato. Avverto la sua spiritualità ma non la sua autorità. Sento come se quello che ho davanti è un parroco speciale, uno con cui si può parlare. Un buon amico, di cui fidarsi e non avere paura.
La messa ha inizio ma è breve, solo una lettura (in tutte le lingue) e la predica. Questa volta Francesco parla della Chiesa come di una Mamma. E' molto legato all'immagine femminile. E' a sua nonna paterna che deve l'avvicinamento alla fede. Dice che le Mamme vogliono sempre il bene dei figli e che l'Università alla quale hanno studiato per diventare Mamme è quella del Cuore.
Mi cattura l'attenzione Papa Francesco. A differenza di altre volte, riesco a seguire ogni singola parola della predica senza che la mia mente vaghi troppo. Dopo quasi un'ora riceviamo la benedizione che ha valore anche per i nostri familiari e soprattutto per i bambini e i malati. Spero che la mia di benedizione sia sufficiente per estenderla ai miei cari, a Mirko, a mio nipote Adriano e alla mia amica Serena.
Mi concentro perché Gesù ascolti le miei preghiere tra le tante che lo raggiungono. Poi mi rassereno, vengo a sapere che mia zia Carla e mio zio Orlando sono presenti in piazza e allora sapendo che anche loro sono stati benedetti, so che a casa riusciamo a pregare per tutti.
Dopo aver accolto i cardinali, il Papa inizia il suo giro tra le persone in prima fila (quelle con il biglietto che hanno diritto al baciamano, anche in chiesa esiste prima e seconda fila...nonostante siamo tutti uguali) e poi benedice i neosposi. Quando arriva ai frati cappuccini davanti a me, lo saluto e lo chiamo. Spero almeno mi veda, non accade.
Procede dispensando saluti e sorrisi ai bambini, tanti che chiedono la sua benedizione.
Riesce nell'impresa il piccolo Benedetto di un mese che il gendarme tiene in braccio su richiesta della mamma che non ha un posto in prima fila. Non ci riesce Alessio che ha tre anni e quando gli si chiede:
"Come lo devi chiamare il Papa quando passa?"
Risponde:
"Francesco Totti! Francesco Totti!" Strappandoci un sorriso a tutti.
Alessio che poco prima, sorretto da Sergio sulla transenna, alla vista del Papa aveva detto:
"Queste sono emozioni grandi..." scimmiottando probabilmente un'espressione usata dalla mamma, era accompagnato nella sua impresa di vedere il Papa dallo zio Paolo che di anni ne aveva appena 7.
Zio Paolo che il Papa lo aveva già visto, ottenendo anche una carezza sulla testa, e che non avrebbe mai sbagliato nel chiamarlo perché tifava Lazio.
Così, vicino al sacro anche il profano amore per il calcio si materializzava. Quel calcio bello però che niente ha a che fare con le cronache, per fortuna. E' ora di pranzo quando Papa Bergoglio sale sulla Papa Mobile e saluta la piazza già svuotata.
M'incammino verso la mia Vespa, pensando che tanti dubbi riguardo al nostro Dio ce li ho ancora, che spesso la Chiesa mi ha deluso e che a volte mantiene delle posizioni che non mi convincono. Eppure mi sento serena e felice di aver incontrato nello sguardo, nel modo di essere Chiesa, in quello di parlare una Papa, che in fondo, la pensa come me perché è un essere umano. Insomma sono venuta a vedere l'effetto che fa' quello di trovarsi faccia a faccia con questo Papa Francesco e devo dire che è davvero come lo dipingono...un uomo di Chiesa come pochi se ne sono visti negli ultimi tempi. Ben arrivato e buon lavoro Francé....parola di Tacco12.
Nessun commento:
Posta un commento