Pjanic, Borriello e De Rossi felici sotto la Curva Sud |
Forse perché il giorno dopo Roma - Chievo è Venerdì e a Roma, il Venerdì, si mangia pasta e ceci (che a tombola è il 10), oppure perché la tabellina del 3 è finita, almeno come ce l'hanno insegnata a scuola, fatto sta che leggo il numero delle vittorie giallorosse e iniziano a venirmi in mente i numeri così come li chiamava mio nonno quando teneva il cartellone.
Certo è che 10 a Roma è soprattutto Totti ma da ieri, 10, ha un altro sinonimo: RECORD!
Il turno infrasettimanale ci ha regalato un posticipo contro l'ultima squadra in classifica.
Un Chievo tutto in difesa e con una sola punta, pronta a ripartire per tentare l'impresa di bucare la porta di De Sanctis.
Beh, I'm sorry, la Missione é fallita: Roma - Chievo Verona 1- 0.
La classifica recitava Roma 27 e Verona 4, un abisso ed è per colpa di questo abisso che ci si aspettava una partita "facile" con almeno 3 gol di scarto. Errore.
Garcia ce lo sta insegnando: "Nessuna partita è facile, nessuna è vinta finché non la si gioca".
Così bene l'inno di Lando Fiorini, bene Campo Testaccio e bene pure l'euforia ma tutti concentrati.
I ragazzi scendono in campo e il mio panino con il prosciutto già si ribella dal fondo dello stomaco, come cavolo mi è venuto in mente di mangiare???
Il resto della ciurma arriva alla spicciolata, ancora una volta senza Antonella, ancora una volta senza Alma.
Compare Antonello e poi Sandro senza Matteo "A casa a fare dolcetto o scherzetto" dice, so' ragazzi...penso mentre compare Diego che, a differenza del fratellone adolescente e di quello più piccolo Simone, ha deciso di accompagnare il padre per un giorno che sarebbe potuto diventare storia.
Il primo tempo procede piano piano, quasi innervosisce.
Dodò lo prenderei per i capelli, capisco il turn over ma lì su quella fascia è una tragedia.
Torosidis non sale troppo per coprire e i gialloblu non lesinano calci ed entrate poco delicate.
Quella che si può definire una partita da uomini duri.
A bordo campo scalpitano Balzaretti, Bradley e Florenzi.
L'arbitro decide poi di complicare le cose fischiando ogni pallonata, tanto che il primo tempo termina due minuti dopo.
Si scende al bar, giusto per sgranchirsi le gambe e riflettere ad alta voce. La pausa vola e su di nuovo al nostro pasto, senza preoccupazione, certi che il minuto del gol si sta per avvicinare.
Sguardo fisso al cartellone. Inizio a domandarmi quale potrebbe essere il minuto giusto, di solito dal 60' in poi. A un certo punto entra Florenzi e cambia la musica...cross e....la testa di Borriello arriva prima di tutti: Gol!!!
L'ansia mi aveva circondata al punto da paralizzarmi sul seggiolino. Non mi sono riuscita a muovere. Intorno a me l'inferno e io ferma, seduta, stravolta.
Se continua così a fine anno nun c'arrivo. Poi realizzo e allora mi tiro su, abbraccio tutti e aspetto che i minuti prendano a rincorrersi di nuovo, veloci.
Borriello segna al 68' "La Rivoluzione", il numero che indica le proteste studentesche quelle che hanno segnato la Storia. Poteva segnare in un altro minuto il giorno che il suo gol avrebbe significato appunto Storia??? ma perché non c'ho pensato prima???
E poi il 68 c'ha di bello che viene prima del 69 il numero, per antonomasia, del piacere, quello della goduria. Gol e Goduria, matematico no?
Il Chievo ci prova a tenere e la Roma pure, perché sbilanciarsi servirebbe a poco. Meglio portare i tre punti a casa.
Loro la buttano sui nervi ma i nervi i giallorossi li hanno ben saldi. Ogni partita è un meta conquistata, ogni tappa segna la successiva per una strada che si accorcia a 28 tappe verso il punto d'arriv.
Siamo a fine Ottobre ma tra il caldo e una classifica mai vista, mi sembra che questo Campionato sia iniziato qualche secolo fa.
Ma quando finisce???
Ma quando è domenica di nuovo???
Da adesso fino alla fine del girone le so tutte a memoria. Siamo oltre la metà del girone di andata. Siamo un pezzo avanti. Aumentato il distacco per la conquista del quarto posto, per dirla alla Garcia e impressa un'impronta nella storia.
Adesso ci tocca strafare.
Domenica sarà Toro e se c'è una cosa che ho imparato quest'anno è che la partita più dura è sempre quella che ci aspetta...
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