Metti un sabato sera all'Auditorium di Roma.
Metti che in corso c'è il Festival Come Libri e che alle 21 è prevista nella Sala Sinopoli un incontro con un genio della letteratura contemporanea : John Grisham.
Era da anni che aspettavo questo incontro.
Partita da casa con la videocamera e i miei appunti in un inglese semplice e chiaro per poter, nell'eventualità, essere all'altezza di scambiare qualche battuta con il famoso narratore, mi avvio verso il quartiere Flaminio.
Al bancone per gli accrediti stampa ritiro i miei pass: uno per me e uno per il "mio"operatore.
Le addette al desk mi comunicano che "Lui" non rilascerà interviste.
Il mio volto esprime un certo disappunto. Come?
Non serviranno a nulla la telecamera e tutte quelle frasi appuntate?
Acconsento mio malgrado e con la fermezza, che solo una reporter d'assalto possiede, mi dico:
"io ce la farò".
Insieme a Mirko mi dirigo verso la platea, fila 7.
L'aula è ancora vuota e le poltrone rosse sul parquet chiaro, sono accoglienti al punto di sentirsi come nel salotto di casa propria.
palco |
Il palco è illuminato sulle due poltrone rosse Frau posizionate proprio nel centro.
Dientro si loro, una pubblicità ricorda agli spettatori il titolo della manifestazione.
Un piccola sedia è collocata accanto alla poltrona rossa alla mia destra.
Un tavolino di legno basso divide le due poltrone e si fa carico di due bottigliette d'acqua e due bicchieri.
Sono le 21.10 la sala si è riempita ma non è colma.
In galleria vedo arrivare Michela e Valerio. Li saluto.
Mirko posiziona lo zoom per scattare qualche foto.
Il primo a fare il suo ingresso e Giancarlo De Cataldo.
L'autore di Romanzo Criminale prende posto sulla poltrona alla mia sinistra.
Poi entra "Lui": John Grisham seguito da una donna che gli farà da traduttrice.
Grisham con la Traduttrice |
De Cataldo lo introduce e poi aspetta che la donna riporti le sue parole in inglese allo scrittore che così esordisce:
"Allora, per prima cosa Buona Sera" e dopo aver raccolto gli applausi della sala prosegue "Sono molto contento di essere a Roma".
Delizioso.
Quando si dice un uomo intelligente non solo nell'abilità della scrittura ma anche in quella dell'affabulazione.
Il primo libro di Grisham risale al 1988 e si chiama A Time To Kill (Il Momento di Uccidere), un libro rifiutato ben 30 volte e che una volta edito è stato stampato solo in 5000 copie.
Chi avrebbe mai scommesso su uno sconosciuto e, soprattutto, chi mai avrebbe pensato che il secondo romanzo sarebbe stato The Firm (Il Socio) ossia il settimo romanzo più venduto del 1991?
Il giudice di Masterpiece parla dell'ultimo libro dell'autore americano tradotto in Italia con il titolo: L'Ombra de Sicomoro una sorta di sequel del primo romanzo e poi con lui affronta temi importanti come il razzismo e la pena di morte.
Sul primo argomento Grisham dice:
"Il problema del razzismo negli Stati Uniti è a molti livelli, si riscontra per esempio nelle vicende legali" poi cita Martin Luther King che diceva a suo tempo una grande verità ossia che il razzismo in America si vede nelle Chiese la domenica mattina, beh è ancora così".
Obama e la sua elezione è stato un bene e un male per gli Stati Uniti per quel che concerne il tema della razza.
Lo scrittore infatti ritiente che:
"Da una parte il Presidente ha fatto pensare agli Americani Neri di poter credere nel cambiamento, da un'altra di poterci credere in tempi molto veloci...ed è questo l'errore. Per i cambiamenti ci vogliono molti anni".
Sulla pena di morte invece spiega come per il suo libro, "Come si chiama?" chiede in italiano alla sua traduttrice che gli risponde: "L'Appello" mentre in sottofondo la sala sorride compiaciuta, ricorda di aver passato molto tempo in un carcere, nel braccio della morte.
Ha conosciuto tutte le persone che vivevano e lavoravano in quel settore del carcere. Dal secondino all'imputato, dal responsabile a miscelare le sostanze mortali a l'uomo che puliva i pavimenti.
In quel posto, per alcuni mesi, la sua esperienza lo ha portato a modificare la sua posizione iniziale sulla pena di morte e la domanda che si è posto alla fine è stata:
Se uccidere è sbagliato, può lo Stato uccidere?
Fortuna che la sensibilità di De Cataldo ha deciso di alleggerire il tema, comunque trattato con toni gravi ma non troppo, passando così ad analizzare più da vicino il vero e proprio mestiere dello scrittore.
Alla domanda:
"Sei l'inventore del genere Legal Thriller?"
Grisham accenna a una smorfia divertita:
"Non ho inventato nulla. Il libro che ha dato il via a questo genere si chiama Presunto Innocente, io sono arrivato dopo".
Molti dei libri di Grisham sono diventati dei film, inevitabile dunque chiedergli:
"Qual è il rapporto dei film tratti dai tuoi romanzi?"
Questa che segue è forse la risposta che più di tutte mi è piaciuta:
"Sono stato fortunato con Hollywood con un'unica eccezione (nda che non ci ha detto!!!), comunque il mio amico Stephen King mi disse di tenere a mente tre cose:
1. Fatti dare tutti i soldi subito; 2. Saluta il tuo libro; 3. Il film sarà diverso dal tuo libro. Se questo non ti piace non prendere i soldi.
Io ho preso i soldi".
Il resto dell' incontro si è articolato su altri temi di attualità e politica come i Tea Party in America e la macchina politica negli Stati Uniti fino ad arrivare ad affrontare un'altra avventura letteraria che lo scrittore ha intrapreso negli ultimi anni: quella romanziere per ragazzi.
Un'ora di parole e storia è volata così, come le pagine dei suoi libri, come d'incanto.
Un solo rimpianto, non aver potuto fare qualche domanda.
Mi sarei concentrata di più sul tema della serata ossia sul Come Lui Scrive un Libro.
Gli avrei chiesto se ha dei ghostwriters, come pensa alle sue storie, quanto tempo impiega ad immaginare la trama...e tante altre cose ancora.
Sazia a metà ma euforica di aver avuto l'onore di poter sentir parlare uno scrittore dei nostri tempi, uno di quelli che vive con i suoi libri, mi sono diretta all'uscita.
La signorina del guardaroba aveva avvisato me e Mirko di ritirare i caschi del motorino, che le avevamo lasciato in custodia, il prima possibile.
Così abbiamo fatto e, nel tornare indietro, non avrei mai potuto immaginare di trovarmi alle spalle Mr Grisham. Mirko dice:
autografo di John Grisham |
Chi??? Non capisco più nulla.
Cerco disperatamente la mia unica penna in una borsa come al solito troppo grande.
Come una reliquia romana viene allo scoperto e mi butto letteralmente davanti agli uomini della sicurezza che lo stavano scortando verso l'uscita, munita di un foglio di carta:
"Please, Mr. Grisham, please!"
Lui sorride, scarabocchia camminando una firma incomprensibile mentre gli ripeto:
"Thank you for your books, Thank you!"
Sparisce oltre la porta dell'Auditorium. Inglobato dalla Cavea esterna. Inglobato nella notte romana che mi ha regalato un sogno e l'ennesimo insegnamento per bocca di un grande della Letturatura contemporanea:
"Io dico, se scrivi bene, insisti! Qualcuno là fuori ti aspetta".
Thank you Mr. Grisham.
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