Oggi non mi sento Marie Antoinette ma Frida Kahlo.
A differenza della prima infatti, la seconda è stata una donna che ha lottato con sofferenza fisica ed emotiva. Animata da una forte passione che ha rovesciato nell'amore, nella politica e nell'arte.
Frida è stata una grande donna del secolo scorso, se non la più grande.
Una pittrice che ha espresso un surrealismo oltre i suoi tempi, oltre le sue origini senza dimenticare le tradizioni e il folklore legati alle sue radici messicane.
Non sarò qui a raccontarvi la sua vita perchè ci sono libri e un bel film che sapranno farlo certamente meglio di me. Vi voglio però esprimere il mio giudizio sulla mostra più aspettata del 2014 e alla quale ho avuto la fortuna di partecipare in ateprima martedì scorso.
La Mostra che la celebra a Roma 20 Marzo fino al 31 Agosto presso le Scuderie del Quirinale,
(http://www.scuderiequirinale.it/categorie/mostra-frida-kahlo) racconta la sua vita prevalentemente attraverso gli autoritratti e le foto.
Un evento dato che si tratta della prima retrospettiva in Italia dell'artista messicana.
Un progetto a cura di Helga Prignitz - Poda, realizzato con oltre 160 opere in esposizione.
Frida e il suo mondo fatto dall'adolescenza fino alla sua morte di grandi temi: l'aborto, l'amore, la passione politica, il Messico.
In mostra, come dicevo, oltre 50 autoritratti tra i quali cito Autoritratto con collana di spine del 1940, mai esposto prima in Italia, e Autoritratto con vestito di velluto del 1926, dipinto a soli 19 anni.
Per me il meglio dell'arte di Frida Kahlo non si esprime tuttavia in questo genere pittorico.
La pittura di Frida, a mio avviso, diventa potente quando incontra il Surrealismo del quale la pittrice dice:
"Il surrealismo è la magica sorpresa di trovare un leone in un armadio dove si è certi di trovare delle camicie".
Questa è esattamente la visione del suo mondo che di lei mi suggestiona e trasporta, peculiarità definita dai critici anche come Realismo Magico.
I quadri che più di tutti mi hanno emozionato sono stati due:
Autoritratto al confine tra Messico e Usa, del 1932 e Il mio vestito è appeso là o New York,1933.
Autoritratto al confine tra Messico e Usa, 1932 |
Il mio vestito è appeso là o NewYork, 1933 |
Questi sono per me due capolavori dove Frida esprime la sua cura per la tradizione in un contesto più cosmopolita e moderno.
Forse perchè sono una sognatrice ed è nelle sorprese della vita, nelle scoperte, che trovo il senso di questo progetto.
Nella lettura della realtà con un occhio fiabesco, anche macabro, trovo l' originalità più sincera e comunicativa.
Amo Frida per quello che rappresenta, per la donna che è stata e l'Icona che sarà per sempre.
Una femminista, intelligente, sensibile e forte, sempre forte.
Altro oggetto cult, che fino a poco tempo fa si considerava perso, uno dei suoi busti di gesso da lei dipinti.
Vedere quel busto invita il visitatore a conoscere più da vicino il grado di sofferenza che Frida ha provato e soprattutto il carattere di questa donna nell'affrontare una vita non sempre fortunata.
Oltre alle sue opere quelle di altri artisti a lei vicini come il marito Diego Rivera e Josè David Alfaro Siqueiros, Maria Izquierdo, Abraham Angel ed altri.
Insomma una Mostra quella su Frida Kahlo che vale la pena di vedere per conoscere un'interprete che è diventata il simbolo di molte generazioni.
Solo una domanda non ha ottenuto risposta: perchè quelle sopracciglia incolte? perchè?
Il culto per l'estetica, imperante in questo millennio, raccoglie con difficoltà quella che oggi è la lezione più importante tramandateci dall'artista Messicana: per mostrare bellezza e intelligenza non bastano due pinzette...parola di Tacco12cm...anzi, di Frida Kahlo.
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