As Roma - Cska Mosca 5-1, che Roma | photo www.giornalettismo.com |
As Roma - Cska Mosca 5-1 | gruppo E | mercoledì 17 Settembre 2014 | ore 20.45
Ci sono serate destinate a entrare nella storia.
Risultati inaspettati e speranze rinvigorite, come quando Ulisse l'ha fatta a Polifemo o Davide ha vinto contro quel gigante di Golia.
A volte il calcio diventa una metafora meravigliosa, apre finestre su giardini nascosti. Ti prende alla sprovvista.
Prima partita dell'As Roma in Champions dopo 4 anni di digiuno. Una fame senza precendenti, sia per i giocatori in campo che per i tifosi sugli spalti.
L'ansia inzia dalla mattina, quando il conto delle ore diventa inesorabile. Avete idea di cosa significhi arrivare alle 20.45 ???
La sensazione è quella della serie" puoi fare il bagno dopo pranzo dopo tre ore " e tu sembri proprio un bambino che ogni 5 minuti (che dico ogni 2) sei lì che ti chiedi se le 20.45 sono arrivate.
Arrivi allo stadio con un po' di affanno, perchè alla fine le circostanze ti trascinano senza sosta tra il traffico, gli imprevisti e il panino da mettere sotto i denti. Il parcheggio non si trova. La fila ai tornelli è infinita ma alla fine ce la fai.
L'Olimpico è abbastanza pieno e a qualcuno non piace.
"'Ndo state tutti quando la Roma perde??? 'Ndo state durante l'anno???"
Già 'Ndo state? probabilmente comodi sul divano a parlar male di quel giocatore o dell'allenatore. Comunque non fa niente, il romanista è un tifoso clemente che ha bisogno di condividere rabbia e gioia in pari misura.
Prendi il tuo posto nello Stadio, stesso seggiolino delle partite di Campionato. Lo sguardo è come ipnotizzato da quel pallone disegnato su una tela gigante. Quel grande lenzuolo che pochi minuti prima della partita viene agitato dalle mani di tanti ragazzi che lo muovono al ritmo di The Camphions....
Brividi.
Cerco di far partire il video dall'iphone ma tutto si blocca. Tragedia! La solita sfiga. Quando mi serve la tecnologia mi abbandona. Mi arrendo, tolgo il telefonino dalla faccia e mi godo la famosa sigletta che da anni non ascoltavo più.
La partita comincia e proprio non puoi prevedere che quella sarà una partita che farà la storia.
Una partita che chissà quando rivedrai. Non ci puoi credere però lo intuisci al 6' Iturbe, l'uomo che cerca il collo nella maglietta rossa, segna.
In Curva è il delirio.
"Bene così! Calma è solo il 6'" ci diciamo tutti intimamente memori di tante delusioni, di partite perse all'ultimo minuto, d'imprese servite a poco.
Il primo ricordo che ti rincorre, la delusione più cocente e recente, è quella contro l'Arsenal: quarti persi ai rigori. Ero in Sud con il mio amico Simone, anche stasera ci siamo. Simone è un po' più in alto con Marco C. e Lorenzo mentre io sono più giù, insieme a Mirko, Christian e Marco P. .
Chi ama la Roma è sempre presente.
Nemmeno il tempo di riprendersi che al 10' a raddoppiare è Gervinho, la Pantera Nera. Quando segna mi sembra pure bello, mi sembra. Di nuovo calma, di nuovo concentrati.
La Roma c'è il Cska Mosca non sembra proprio e così la Roma ne approfitta e quando Maicon cavalca la fascia destra e scende in porta, fa un tiro che sembra un cross e piega le mani del portiere: è 3-0.
"Io Muoroooo" urlo, mentre mi tengo il cuore per controllare se regge all'emozione.
"Ma che gol ha fatto???" "Papera del portiere?" "Maddechè ja piegato le mani, ja!"
Ognuno ha la sua e al 31' la Pantera Nera fa il bis.
Corre la Pantera, corre con un tondo nel petto e le braccia aperte come se dicesse:
"Pure se me sparate resto in piedi!"
Ho la pelle d'oca, penso al mio primo derby allo Stadio: Roma - Lazio 5-1, tutti gol realizzati nei primi 30 minuti, era troppo tempo fa.
Pensavo non potesse ricapitare più in vita mia ma ricapita, ed anche in meglio, perchè un conto è in Campionato, un conto in Champions.
L'intervallo arriva e tutti ridono, si sentono leggeri. Nessun presagio di cattive notizie se non l'infortunio d'Iturbe che nei primi venti minuti è costretto a chiedere il cambio.
"Si però gliene farei fa almeno 3 così gli altri non capiscono quanto semo forti" dice Simone.
"No, no 7 gliene voglio fa c'abbiamo una figuraccia in sospeso" rispondo sicura che anche l'impossibile possa realizzarsi.
Il Capitano in campo appare stanco eppure le più belle palle arrivano sempre dai suoi piedi d'oro. Il Mister lo sa e non lo cambia, lui più di noi vorrebbe che questa serata storica diventasse ancora più storica con un gol di Francesco Totti che, nel caso, sarebbe il giocatore più anziano a segnare nella storia della competizione. Un altro record alla portata del Capitano.
Nel secondo tempo c'è spazio per un altro gol giallorosso, per me di Florenzi ma per il tabellone luminoso un autogol di Ignashevitch, e quello della bandiera di CSKA ad opera di Musa (unico giocatore che si autoispira). Grande protagonista anche Morgan De Sanctis, un portiere d'altri tempi.
Quattro minuti di recupero, la corsa sotto le curve e Grazie Roma a riempire gli spazi d'aria vuota.
La solita telefonata al ristorante per sentire se papà è sopravvissuto all'emozione, se è riuscito a cucinare bene nonostante i gol o se i clienti questa sera si sono dovuti accontentare dei suoi pochi momenti di lucidità.
Il vero tifoso, quando gioca la Roma, non esiste e infatti papà ha tenuto la radio spenta. Sapeva il risultato solo perchè mio cognato gli comunicava alla spicciolata un gol dopo l'altro.
"Pensavo mi prendesse in giro" ha confessato ancora estasiato.
Ritorno a casa pieno di gioia. Consapevoli di aver visto un pezzetto di storia. Una partita di quelle che il calcio ogni tanto ti regala perchè come tifoso te la meriti porca miseria, te la meriti proprio... se la merita Susan che fa il suo debutto allo stadio insieme a Samantha. Se la merita Massimo, che ha lavorato tutta l'estate in un forno a 40 gradi. Se la merita Lorenzo che deve scappare a lavoro ma è riuscito a passare lo stesso all'Olimpico e se la merita Papà, che pure se non la vede con gli occhi perchè deve cucinare, la vede con il cuore.
Il calcio è soprattutto questo, un sogno che può diventare realtà.
Nessun commento:
Posta un commento